Trovato morto dopo 3 settimane

Giovedì 29 Settembre 2016 di Tragica fine di un quarantenne. A dare l'allarme la sorella che vive vicino: «La luce era accesa»
Dimenticato dal mondo. Perchè Luca Rossetto, 41 anni, di Padova, è stato trovato dopo tre settimane dalla morte. Stroncato forse da un malore, perchè in quel corpo devastato dal tempo non ci sarebbero segni di violenza. Come pure la sua casa, in via Degli Arditi, a Voltabarozzo, appare nell'incantesimo feroce della solitudine: quasi tutto a posto, nell'ordinaria vita di ogni giorno, con la porta chiusa, il letto sgualcito, i pochi piatti nella cucina da riordinare, ma nulla che lasci supporre altre presenze, o chissà che storie, se non quell'infinita, incredibile, lontananza dal mondo, oltre il cancello del vecchio edificio su due piani dove era nato cresciuto vissuto. Il magistrato ha comunque disposto l'autopsia per chiarire cosa sia effettivamente accaduto, molto probabilmente ai primi di settembre.
A dare l'allarme, ieri mattina, la sorella Manuela che abita due numeri civici oltre la porta di Luca. Dirà: non lo vedevo da diversi giorni, ho suonato, non mi ha risposto. Ma c'è una luce accesa, e la cassetta della posta zeppa di corrispondenza. Così, ecco i carabinieri in via Degli Arditi per entrare in quell'appartamento che era stato dei genitori di Luca. La porta è chiusa, nessun segno di scasso. Le luci spente, a parte quella del bagno. Luca è a terra, nel soggiorno, morto da tempo. Il corpo è in avanzato stato di decomposizione. Il medico ipotizzerà due, tre settimane almeno dal decesso. Una morte naturale.
E allora ci si interroga sulla vita di quell'uomo ancora giovane e all'apparenza sano. Rimasto senza occupazione, dopo avere lavorato in un'azienda che produce pasti pronti.
Lo si vedeva sempre solo, diranno i vicini, uscire la mattina e rientrare la sera. Un saluto appena, cortese, ma sfuggente. Probabilmente anche lontano dalla famiglia di origine - la madre con i problemi dell'età, la sorella, il cognato - che pure abita nell'edificio attiguo. Una separatezza cercata, forse subita, forse costruita su incomprensioni, magari solo presunte. Ma sono soltanto ipotesi, come pure quella di chi lo vedeva, a volte, infilarsi in un bar, però senza amici. Rintanato nel suo silenzio, lontano da tutti. Così deve essere accaduto in un giorno ai primi di settembre. La porta di casa chiusa, il buio. Neppure il tempo di chiedere aiuto.

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