Tre rapine, era l'incubo delle farmacie

Venerdì 21 Luglio 2017
Tre rapine, era l'incubo delle farmacie
Salgono a tre le rapine a mano armata contestate al padovano Davide Sbrissa. Il 40enne tossicodipendente e senza fissa dimora è il responsabile anche dell'assalto alla farmacia Santa Sofia di via Altinate, la prima delle tre rapinate nel giro di pochi giorni. L'uomo si trova già in cella per essere stato identificato come l'autore dei colpi messi a segno lo scorso 29 giugno nella farmacia dei Savonarola di piazza Mazzini e quella dello scorso 6 luglio alla farmacia San Carlo di via Ansuino da Forlì. Ora Sbrissa è stato raggiunto da un ulteriore ordinanza di custodia cautelare in carcere anche per la rapina alla Santa Sofia, grazie alle indagini compiute dalla Squadra mobile diretta dal dottor Mauro Carisdeo.
D'altro canto il modus operandi utilizzato era sempre lo stesso: si presentava davanti alle sue vittime con una lama con il manico rosso in mano, il volto travisato, parlando un italiano senza particolare accento. Sbrissa è stato arrestato mercoledì della settimana scorsa, il 12. La Squadra mobile l'aveva individuato mentre dormiva su una panchina. Addosso aveva uno zainetto con i vestiti che gli sono serviti per rapinare le farmacie: maniche lunghe per nascondere i tatuaggi e la bandana per coprire il volto, tanto che, secondo gli investigatori, probabilmente era in procinto di colpire ancora, forse in giornata. Il rapinatore è stato riconosciuto da un poliziotto grazie alle riprese di videosorveglianza di piazza Mazzini. Undici anni fa, infatti, nel 2006, era già stato arrestato per aver compiuto sette rapine, sempre ai danni delle farmacie. Reato per cui era stato condannato e aveva scontato una pena di tre anni di reclusione, più il pagamento di una sanzione di 1.200 euro. Per compiere le rapine l'uomo era solito camuffarsi il volto grazie a una bandana, ma è stato ugualmente riconosciuto dagli agenti, memori dei colpi messi a segno undici anni prima.
Andrea Meneghetti, titolare della Santa Sofia, il 28 giugno scorso, se l'era vista davvero brutta: erano da poco passate le 9.30 e il farmacista, assieme al collega, stava sistemando prodotti e medicine nei vari espositori, quando è entrato un uomo dalle porte di vetro scorrevoli dell'ingresso. «Ho capito subito che qualcosa non andava. Era completamente travisato. Mi ha mostrato il taglierino e il sacchetto e mi ha detto riempi!. Ho eseguito perché non c'è tanto da fare gli eroi in queste situazioni».

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