"Spenna" l'amico, pentito di mafia davanti al giudice

Mercoledì 27 Luglio 2016
(L.L.) È un "pentito" di mafia protetto. Insomma, un collaboratore di giustizia che per due anni ha vissuto in incognito in città a spese dello Stato per tenerlo nascosto dalle persone che accusava. Come passava il suo tempo il "pentito"? In palestra a curare il fisico. Ed è stato durante la ginnastica giornaliera che il collaboratore di giustizia è diventato amico di un cinquantenne padovano, che oltre alla palestra passava anche del tempo al servizio psichiatrico. Ebbene, secondo l'accusa, il "pentito", ha spogliato l'ignaro padovano di quarantamila euro.
Circonvenzione d'incapace. È questa l'accusa per la quale il pubblico ministero Roberto Piccione ha portato a giudizio il "pentito". Comparirà davanti ai giudici il 15 novembre.
Dal 2012 al 2014 il quarantatreenne ha vissuto in città. E in palestra ha conosciuto il cinquantenne padovano che credeva a tutto quello che gli raccontava. Sì, perchè il collaboratore di giustizia all'inizio gli ha detto di essere un ufficiale dei carabinieri che faceva parte della Direzione investigativa antimafia e doveva muoversi nel completo anonimato. Era un uomo della Dia ma nessuno doveva saperlo. Tranne, ovviamente, il cinquantenne credulone padovano, che viveva in famiglia e aveva da parte anche un po' di denaro. Un giorno il "pentito" gli confidò che voleva mettersi in affari, ma lui non doveva comparire. L'amico, ci stava? Sì, e ha perso tutti i suoi risparmi.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci