«Senza casa, ma vogliamo aiutarli»

Lunedì 26 Settembre 2016
A dormire in macchina, in queste notti, solo Sabrina e il marito, mentre i due figli di 18 e 24 anni e la nonna di 71 sono stati ospitati a casa dei suoceri. Sfratto per morosità per la famiglia di Selvazzano che nelle prime ore ha raccolto manifestazioni di solidarietà. Sabato sera è stata anche alloggiata in un bed and breakfast su iniziativa dei giovani del parco Bapi di Mestrino e dal gestore dell'area pubblica. Ma già ieri hanno fatto sapere che si sarebbe arrangiati per la notte. E sempre sabato sera il sindaco di Selvazzano Enoch Soranzo ha contattato la signora Sabrina, una lunga telefonata in cui il primo cittadino ha ribadito che in municipio negli ultimi mesi non c'è alcuna domanda di aiuto economico protocollata dalla famiglia. Ma è con un lungo intervento postato su facebook che Soranzo ha voluto fare chiarezza su questa vicenda. «Desidero informare che stiamo seguendo questo caso da molti mesi e precisamente dal dicembre 2015, epoca in cui abbiamo già dato un contributo economico, oltre ad aver messo a disposizione molte possibilità di aiuto e sostegno economico nel 2016 che non sono mai state oggetto di provvedimenti perché la famiglia non ha mai protocollato domanda perché mancante di alcuni documenti necessari». Soranzo precisa che a non pervenire in municipio è anche la dichiarazione Isee che telematicamente verifica i dati dell'intero nucleo familiare. «Tengo a precisare che nei primi mesi del 2016 per bloccare lo sfratto abbiamo offerto 8mila euro alla proprietà della casa per conto dei signori oggi sfrattati. Offerta non accolta e comunque sempre in assenza di alcuna domanda ufficiale e formale protocollata dalla famiglia che di fatto non è mai pervenuta nemmeno tutt'oggi. Pertanto le cose non stanno proprio come sembrano -conclude Soranzo -, in tutti i casi, se nessuno si offende, noi abbiamo a cuore e desideriamo aiutare questa situazione sempre che ci venga data la possibilità depositando i documenti e le domande formali di aiuto perché più di sollecitarli a farlo, altro non possiamo fare».

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