Sei milioni investiti in obbligazioni prima del crack della banca americana

Sabato 2 Aprile 2016
(Al.Rod.) La "bomba" Lehman Brothers a palazzo Moroni scoppia la mattina 22 ottobre 2008 quando il sindaco Flavio Zanonato convoca la stampa nel suo ufficio per comunicazioni urgenti. Non senza un po' di imbarazzo, l'allora primo cittadino, confermando alcune voci che si erano susseguite nei giorni precedenti, ammette che, un paio di anni prima, l'amministrazione comunale aveva effettivamente investito tramite Aps Finanziaria, (all'epoca guidata dal capo settore dei Tributi Marzio Pilotto) su consiglio della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, 6 milioni di euro in obbligazioni della banca d'investimento americana andata in default appena un mese prima. L'investimento faceva parte del "tesoretto" (108 milioni di euro in tutto) che il Comune aveva ottenuto grazie all'operazione di fusione (avventa nel 2003) tra Aps e Acegas. «Nel 2006, quando è stato fatto l'investimento, le agenzie di rating davano alla Lehman il massimo di affidabilità - aveva spiegato Zanonato -. Adesso copriremo le perdite con gli interessi degli altri investimenti». Il primo cittadino aveva poi insistito sul fatto che, al momento di investire, l'amministrazione aveva optato non per le azioni della banca (più redditizie ma maggiormente a rischio), ma per delle obbligazioni (decisamente più sicure). Non solo. Prima di dare il via libera all'operazione, l'amministrazione comunale aveva affidato una consulenza al consorzio interbancario PattiChiari. Consulenza che aveva dato il via libera all'investimento certificando che i titoli in questione erano "a rischio zero". Dopo le immancabili polemiche scatenate dal centrodestra, qualche mese dopo inizia un lunghissimo iter giudiziario che terminerà solamente l'anno scorso. Ad un certo punto la Corte dei conti mette sotto inchiesta il Comune per verificare se, nel comportamento di palazzo Moroni, ci fossero o meno gli estremi per ipotizzare la mala gestione del denaro pubblico. Nel frattempo però Lehman negozia le proprie pendenze e il Comune viene assolto. Passa qualche mese e nel settembre del 2009 Zanonato decide di sostituire Pilotto con l'ex assessore socialista al Bilancio Gaetano Sirone alla guida di Aps Finanziaria. Un avvicendamento che dà un impulso importante alla battaglia giudiziaria per ottenere un risarcimento. Assieme ad alcune decine di risparmiatori, anche loro finiti nel crack della banca d'investimento americana, Sirone intenta una causa nei confronti della Cassa di Risparmio e di PattiChiari. Intanto la Finanziaria riesce anche portare a casa un milione e 700 mila euro grazie alla "procedura fallimentare" intentata negli Usa nei confronti di Lehman. Nonostante questo, negli anni il fuoco di fila nei confronti di Zanonato non registra battute d'arresto. A sorpresa, però, nella primavera del 2009, durante una diretta televisiva a sostegno della candidatura di Marco Marin, l'allora premier Silvio Berlusconi "assolve" Zanonato. «Sono convinto - spiega in quell'occasione il leader di Forza Italia - che non l'avremmo fatto con la nostra giunta. Però devo dire che Lehman Brothers appariva come un istituto fidato che poteva garantire solidità e sicurezza». Il 23 aprile dell'anno scorso intanto il Tribunale di Padova ha condannato la Cassa di Risparmio e Patti chiari a risarcire palazzo Moroni . Ora si attende il processo d'Appello.

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