Respinti in discoteca, inventano l'allarme bomba

Domenica 24 Luglio 2016
«C'è una bomba a Villa Barbieri». Poche parole in un italiano stentato. La telefonata arriva alle 2 dell'altra notte al 112 dei carabinieri. Sono momenti di tensione estrema con quello che sta succedendo in giro. Anche perché dalle immediate verifiche si comprende che l'anonimo telefonista ha estratto la sim card dal cellulare, dunque tanto sprovveduto non è. Questo non è uno scherzo, ma un'azione premeditata. Scatta l'allarme a tutte le forze dell'ordine. Non ci mettono che qualche minuto due pattuglie del radiomobile e una della questura per arrivare all'inizio della zona industriale. A dar man forte anche un equipaggio dei militari di Cadoneghe.
Parte la verifica all'interno del locale, senza dare troppo nell'occhio. A quell'ora ci sono non meno di un migliaio di persone è il clou della serata. Farle uscire tutte di corsa avrebbe creato il panico. Agenti e militari dell'Arma perlustrano l'area per due ore e intanto chiedono al titolare, Andrea Massaggia, se abbia notato qualcosa di strano. Ed in effetti il sospetto c'è. Qualche ora prima, ad alcune persone straniere era stato vietato l'ingresso, che avviene a discrezione. Evidentemente la telefonata è stata una forma di "ritorsione".
«Non può che essere così - dice il titolare Andrea Massaggia, 50 anni - il nostro locale è presidiato 24 ore al giorno. E alla sera lavorano dalle 20 alle 30 persone, alcune di loro dedicate esclusivamente alla sicurezza. Sono stato avvertito del fatto e ho spiegato subito che la circostanza sarebbe stata alquanto improbabile, perché facciamo sempre un grosso filtro all'entrata. Così con molta attenzione e professionalità, senza sgomberare il locale sono state fatte le verifiche del caso. Confermo poi che qualche ora prima la sicurezza aveva impedito a qualcuno di entrare. Dunque credo sia questo il motivo della telefonata. Comunque il locale ha chiuso senza problemi alle 4 del mattino e nessuno dentro si è accorto di nulla. Lavoriamo molto su questo piano e abbiano derito al protocollo d'intesa fra i locali e il ministro dell'Interno Alfano firmato qualche giorno fa proprio per mettere in atto delle azioni preventive. Dalla black list per le persone che creano problemi al responsabile per il contatto diretto con le forze dell'ordine fino al fenomeno dell'abusivismo. E siamo noi i primi a chiamare le forze dell'ordine quando qualcosa non va com'è accaduto qualche giorno con i due tunisini attaccabrighe per i quali avevo fatto intervenire la polizia».

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