Piante abbattute, comitato contro Comune

Giovedì 22 Giugno 2017
Piante abbattute, comitato contro Comune
(I.S.) Due docenti dell'Università, due agronomi e un biologo, hanno costituito il gruppo di esperti che ha stilato una valutazione, con contro-deduzioni, su 28 alberi cittadini di grande taglia, elencati dal Comune in abbattimento in data 28 aprile. Alessandro Angrilli, Patrizio Giulini, Elena Macellari, Nicola Manno e Gabriele Pezzani, per conto del Comitato difesa alberi e territorio di Padova, e con il sostegno dei gruppi ambientalisti Rete verde e Palestro 30elode, hanno sviluppato un documento Consensus report, nel quale espongono valutazioni sullo stato di salute di due bagolari in piazza Rabin, due platani in via Altichiero, otto alberi di vario tipo in via Facciolati, una robinia in via Colombo, cinque tigli in via Morgagni e dieci tigli in via Avanzo.
In base al rapporto, inviato all'amministrazione, Angrilli, che coordina il Comitato difesa alberi, sostiene che «su 28 alberi esaminati, ben 24 sono risultati privi di rischio, ma pregiudizialmente e pretestuosamente condannati all'abbattimento dal Comune. In molti casi - prosegue - la valutazione visiva effettuata dai tecnici comunali ha condannato gli alberi solo perchè avevano radici scoperte o esposte e appena sbucciate, ma prive di lesioni importanti, oppure avevano ferite da impatto veicolare rimarginate e cicatrizzate. Le perizie comunali da noi esaminate erano gravemente carenti dei minimi standard scientifici di credibilità, totalmente inattendibili e inutilizzabili».
Angrilli mette inoltre in discussione la metodologia di valutazione delle piante seguita dai periti del Comune, («senza alcuna credibilità scientifica»), e attacca l'amministrazione anche sulla gestione di piante giovani: «Mentre l'amministrazione condanna, quasi a caso, alberi non a rischio, ne dimentica e fa morire altri recentemente piantati, perché presi di qualità scadente dai vivai, oppure non curati né annaffiati regolarmente nei periodi di siccità. La gestione del verde a Padova è pessima, costosa e irresponsabile».

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