Padova si conferma la "capitale" dello spaccio

Domenica 31 Luglio 2016
(Al.Rod.) Padova nel 2015 si è confermata la capitale veneta della dello spaccio di droga. A confermalo ci sono i dati diffusi ieri dal parlamentare del Partito democratico Alessandro Naccarato. «Per comprendere il fenomeno - spiega l'esponente Dem - bisogna partire da un dato regionale. L'anno scorso, rispetto al 2014, in Veneto i sequestri di cocaina sono aumentati del 530%, quelli hashish del 92,8%, quelle delle droghe sintetiche del 484%. Sono in calo invece quelli di eroina con un meno 35% e di marijuana con un meno 61%. ». «Devono poi far riflettere due altri dati, i sequestri realizzati in Veneto rappresentano appena il 2% i quelli nazionali. La percentuale sale però al 9,6% per quel che riguarda la cocaina e all'11,9% per l'eroina. Questo vuol dire che da noi è molto diffuso il consumo di droghe pesanti» continua Naccarato. Scorporando i dati si scopre poi che a livello regionale, praticamente la metà dei sequestri, per la precisione il 49, 7%, delle sostanze stupefacenti, l'anno scorso è stato effettuato a Padova e provincia. A testimonial ci sono i dati relativi ai sequestri. Nel 2015, infatti, nel padovano sono stati sequestrati 701,6 chili di droga. Al secondo posto, a livello regionale, si piazza Verona con 467,5 chili, e al terzo Venezia con 446,8 chili. La città del Santo vanta anche il primato di persone segnalate per spaccio: 425, a fronte delle 374 di Verona e delle 250 di Venezia. Per quel che riguarda Padova,157 sono stati i «segnalati» italiani e 268 quelli stranieri. «Si tratta di un dato che non stupisce affatto - dice ancora Naccarato - nelle piazze importanti di spaccio del nord, la criminalità organizzata, preferisce affidare lo spaccio a gruppi di stranieri. In modo particolare ai nigeriani, ai tunisini e agli albanesi». «Questo dati ci devono fare molto riflettere - dice ancora il parlamentare democratico - per contrattare il fenomeno, non bastano magistrati e forze dell'ordine. Bisogna infatti partire dalpresupposto che, tanto spaccio corrisponde a tanta domanda». «È necessario dunque puntare sulla prevenzione. Da questo punto di vista trovo sbagliata, per esempio, la campagna che, anche alcuni miei compagni di partito, stanno portando avanti sulla legalizzazione delle droghe leggere - conclude - va poi combattuta la cultura dello sballo. Tollerare che, anche nella nostra città, esistano punti d'incontro estivi dove, di fatto, lo spaccio avviene alla luce del sole, senza che nessuna faccia dei controlli seri, rischia solamente di aggravare la situazione».

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