Mazzette "mascherate" Sei anni all'esame della Fiamme gialle

Mercoledì 27 Luglio 2016
Tutte le fatture della Rls, società a responsabilità limitata, sono tangenti incassate dall'ex sindaco Luca Claudio: il pubblico ministero Federica Baccaglini non ha mai avuto alcun dubbio. E ora lo conferma anche Massimo Trevisan, amministratore della società, prestanome dell'ex primo cittadino di Montegrotto e di Abano, finito agli arresti domiciliari. Quante fatture ha emesso la Rls nei suoi sei anni di vita? Su questo indagano gli uomini della la guardia di finanza, diretti dal colonnello Luca Lettere.
La Rls è stata costituita nel 2010 e ha sede legale in via Guido Rossa 7, a Ponte San Nicolò. Qui hanno sede anche Soleluna srl, la cassaforte di famiglia di cui è legale rappresentante lo stesso Claudio. Nonchè Soluzioni Assicurative srl, società di brokeraggio, di cui l'ex sindaco è un socio.
Gli inquirenti definiscono Rls una scatola vuota. Non ha dipendenti ed è sprovvista di strutture operative. La società appartiene a Trevisan, ma è materialmente gestita da Claudio, nella cui abitazione sono stati sequestratati i contratti e la corrispondenza che Claudio gestiva via mail.
Trevisan racconta ora al pm Baccaglini che aveva solo il compito di sottoscrivere i contratti di consulenza e predisporre le fatture che servivano a mascherare le "mazzette". Rls offriva sulla carta consulenze per ricerche di mercato e di clienti. Prestazioni sulle quali Trevisan non era neppure al corrente. Gli inquirenti sostengono che una volta concordato l'ammontare della "mazzetta" veniva emessa la fattura intestata alla ditta che aveva vinto l'appalto.
La società di Trevisan intascava i soldi. È questo il motivo per il quale l'immobiliarista è finito agli arresti domiciliari con l'accusa di riciclaggio nella sua abitazione di Mestrino. Nei sei anni di vita la Rls ha acquistato quattro immobili, stimati circa 250 mila euro l'uno. Gli inquirenti sostengono che sono frutto di tangenti. Anche Soleluna srl, amministrata a suo tempo anche dalla moglie di Claudio, sarebbe proprietaria di sei unità abitative per un valore di rogito superiore agli 800 mila euro. Sul patrimonio immobiliare di Claudio sono in corso accertamenti. All'appello mancherebbero molte abitazioni.
L'ex sindaco di Abano, difeso dagli avvocati Ferdinando Bonon e Giovanni Caruso, ha presentato l'altro ieri al pubblico ministero Baccaglini una voluminosa memoria difensiva. L'indagato, detenuto nella casa circondariale di strada Due Palazzi, respinge tutte le accuse di concussione. Ma ammette che c'è stata la corruzione in tre appalti dei Comuni di Montegrotto e di Abano. Accordi con gli imprenditori che volevano vincere le gare. L'ex sindaco di Montegrotto, Massimo Bordin, invece, si assume la responsabilità della corruzione in uno degli appalti che lo vede indagato con Claudio.
Una delle gare è stata vinta dalla Aesys spa di Seriate, in provincia di Bergamo, per i lavori sui pannelli luminosi e delle informazioni turistiche. Un altro appalto è stato vinto dalla Guerrato spa per il risanamento energetico degli immobili comunali e gli impianti di illuminazione di Montegrotto. Una parte di questa tangente è finita sulle casse della Ft Impianti di Tiziano Fortuna, prestanome di Massimo Bordin. Il terzo appalto è stato vinto da Luciano Pistorello, imprenditore di Abano, per la manutenzione delle strade e delle piazze del capoluogo delle terme. Pistorello, agli arresti domiciliari, sta collaborando con gli inquirenti. Il Tribunale del riesame ha rigettato la richiesta avanzata da Guido Granuzzo, responsabile dell'Ufficio Ambiente del Comune, agli arresti domiciliari. Il 22 luglio il gip aveva respinto la richiesta di revoca della misura cautelare.

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