Le donne prendono la metà degli uomini

Domenica 30 Aprile 2017
Le donne prendono la metà degli uomini
Diminuisce nel 2017, rispetto all'anno precedente, il numero di pensioni erogate nel Padovano, mentre resta invariato quello delle prestazioni assistenziali per invalidità civile. È quanto emerge dai dati dell'Osservatorio statistico Inps nazionale, che in questi giorni ha pubblicato l'aggiornamento del numero delle pensioni.
«Per quanto riguarda la realtà pensionistica padovana - rileva Franco Piacentini, iscritto allo Spi-Cgil e già presidente del Comitato Regionale Inps - emerge che in città e provincia, rispetto al 2016, nel quest'anno c'è una riduzione di meno 807 pensioni: il numero di beneficiari maschi dell'assegno sale di 487 unità, mentre quello delle femmine cala di 1.294 unità. Ogni pensionato padovano beneficia mediamente di 1,4 trattamenti previdenziali, e, in alcuni casi, anche di un assegno assistenziale».
L'importo medio lordo mensile delle pensioni, nel raffronto 2016 2107, è aumentato di 12,46 euro, segnando più 12,33 euro per i maschi, e più 9,23 euro per le femmine, mentre le prestazioni assistenziali, rispetto all'anno scorso, aumentano in questo di 695 unità, e vanno a beneficiare 451 uomini in più del 2016 e 244 donne in meno.
Nello specifico, in tutto il territorio padovano, il numero di pensioni Inps erogate nel 2016 era complessivamente di 261.205, con importo medio mensile lordo di 885,69 euro, percepite da 113.702 uomini, con 1.212,91 euro di importo medio mensile lordo, e 147.503 donne, con importo mensile lordo di 633,46 euro. Nel 2017, i numeri padovani delle pensioni Inps registrano invece un totale di 260.398 prestazioni erogate, con importo medio mensile lordo di 898,15 euro, che vanno a retribuire 114.189 maschi, con 1.225, 24 euro di importo medio mensile lordo, e 146.209 donne, con 642,69 euro lordi mensili.
Sul versante dell'invalidità civile, i dati relativi alla sola Padova evidenziano che le prestazioni assistenziali sono sostanzialmente rimaste invariate, passando dalle 9.924 del 2016 alle 9.932 del 2017, conferite nel 2016 a 3.494 maschi e 6.430 femmine, e nel 2017 a 3.608 maschi e 6.324 donne.
«Da decenni si sa - sostiene Piacentini - che il valore economico medio delle pensioni non è sufficiente a garantire nel tempo una vita dignitosa alle persone, soprattutto nelle fasi della disabilità e della non autosufficienza. Più preoccupante è la prospettiva previdenziale per le giovani generazioni, i precari e i disoccupati, se non si interverrà, modificandolo radicalmente, sul sistema di calcolo contributivo. Va ricordato che negli ultimi quindici anni il potere d'acquisto delle pensioni ha subito una contrazione del 30%, provocando l'aumento dei livelli di povertà fra gli anziani».
Le cause della forte riduzione del valore pensionistico, conclude, «sono la pesante pressione fiscale sulle pensioni, considerando che alle trattenute Irpef, dal 20 al 30%, vanno sommate le tassazioni locali, l' inadeguatezza della perequazione automatica, il mancato recupero del fiscal drag e le resistenze dei Governi alle richieste sindacali di Cgil, Cisl e Uil, per migliorare il sistema previdenziale».

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