La polizia all'assemblea di condominio

Giovedì 25 Maggio 2017
«L'amministratore di condominio ha tirato un pugno allo stomaco a un inquilino». Questa la telefonata arrivata l'altra sera al centralino del 113, con la richiesta che i poliziotti intervenissero per sedare il parapiglia che si era scatenato tra gli abitanti di un palazzo in via Dini e il professionista, Paolo Correzzola, che gestisce lo stabile, il cui ufficio ha sede in piazza Mazzini che replica: «È una falsità bella e buona. Non ho colpito nessuno e tutte le persone presenti possono testimoniarlo. Altri condòmini volevano denunciare quella persona per procurato allarme. Com'è possibile chiamare la polizia per queste cose?». In ogni caso, quando gli agenti delle Volanti sono arrivati all'assemblea di condominio, gli animi si erano già placati.
Uno dei partecipanti alla riunione ha assicurato ai poliziotti che l'amministratore gli avrebbe tirato un pugno nello stomaco, a seguito di una lite nata per la gestione economica dell'edificio, tanto che per questo motivo i condòmini hanno anche sporto denuncia alla guardia di finanza. Dopo l'arrivo della polizia la situazione era tornata tranquilla e nessuno ha presentato querela. Nemmeno la persona che aveva lamentato di essere stata vittima del pugno.
«La riunione - evidenzia Paolo Correzzola - è stata accesa perché tra le 20 persone intervenute, due erano particolarmente facinorose. Entrambi sperano di risolvere i loro problemi con il condominio mettendo in piedi queste sceneggiate, ma tutti hanno visto che sono innocente. Non ho tirato un pugno a nessuno e chiunque lo può testimoniare».
La faccenda, a quanto pare, affonda le radici nel passato. La lite sarebbe solo l'ultima puntata di una guerra tra gli inquilini e l'amministratore, combattuta a colpi di denunce, ingiunzioni, perizie e contro perizie. E non è nemmeno la prima volta che le forze dell'ordine devono intervenire per sedare risse e discussioni particolarmente accese.
L'anno scorso un condòmino, a nome di tutti gli altri residenti del palazzo, aveva raccontato che l'edificio era rimasto senza acqua calda perché la società del gas aveva chiuso i rubinetti per morosità anche se, secondo gli inquilini, i soldi nel conto corrente del condominio c'erano.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci