La Corte Costituzionale ha rigettato il ricorso contro l'Inps per le decurtazioni disposte per un periodo di tre anni

Giovedì 19 Gennaio 2017
Ermanno Ancona, Evangelista Bassi, Antonio Bonadonna, Pier Paolo Cagol, Giuseppe Carucci, Ines Castellani, Federico Colombo, Ruggero D'Elia, Giovanni Deriu, Paola Dorigo, Gennaro Favia, Giampiero Giron, Rosabianca Guglielmi, Giovanni Lanna, Luigi Lacquaniti, Sisto Luciani, Carlo Marchiori, Francesco Magliarditi, Giuseppe Mercante, Narne Surendra, Lajos Okolicsanyi, Giulio Cesare Papandrea, Luigi Peserico, Vincenzo Pezzangora, Giuseppe Rausa, Giovanni Renzulli, Francesco Sartori, Guido Sotti, Bruno Scarante, Piero Steindler, Antonio Tiengo, Enrico Piero Turci, Italo Vantini, Giampaolo Velo, Giorgio Zago, Renzo Zuin.
Sono i padovani che avevano presentato ricorso alla Corte dei Conti contro l'Inps per ottenere il riconoscimento e la tutela del diritto a percepire la pensione senza le decurtazioni relative al trattamento superiore a quattordici volte il trattamento minimo Inps, disposte per un periodo di tre anni, a far data dal 1° gennaio 2014, dalla legge 27 dicembre 2013, con ogni conseguente pronuncia, anche di condanna, quanto agli obblighi dell'amministrazione di astenersi dal trattenere somme ed a restituire quanto illegittimamente trattenuto, con interessi, rivalutazione ed ogni accessorio di legge. Si tratta delle decurtazioni previste per le cosiddette pensioni d'oro.
La sezione giurisdizionale per il Veneto della Corte, però, citando l'infondatezza delle questioni di legittimità costituzionali proposte dai ricorrenti, ha rigettato il ricorso.

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