L'ex sindaco ha vinto in centro storico

Lunedì 26 Giugno 2017
L'ex sindaco ha vinto in centro storico
L'ex sindaco si è imposto nei quartieri più esterni: (non diremo periferie) alla Mandria, a Torre, a Ponte di Brenta. A Voltabarozzo e Salboro, a Ponterotto e in parte della Guizza addirittura a Camin ex fortezza rossa e in una dorsale del centro che va dagli ospedali al Santo al duomo. Ma è stato stretto in una morsa, come dimostra la mappa delle sezioni, dalle vittorie di Giordani a S. Osvaldo, Madonna Pellegrina, Stanga, S. Lazzaro e Sacro Cuore, compresa la Guizza.
É stato un confronto serrato. Un esempio su tutti: le sezioni 135 e 138 a Voltabarozzo dove prevaleva l'uno o l'altro a distanza di un metro. Alle elementari Mazzini via Leogra sezione 194 zona Altichiero, addirittura parità 347 a 347.
L'analisi. Siamo al quarto sindaco in cinque anni (Zanonato-Rossi-Bitonci-Giordani). Ma con quest'ultimo i padovani oppongono a una democrazia decisionale una democrazia condivisa con la promessa per i cittadini di poter dire la loro sui temi importanti. La sensazione però è che la città abbia scelto un sindaco per il presente, Giordani ha 64 anni, e un altro per il futuro, mandando in consiglio come vicesindaco un professore universitario di 50 anni. Lorenzoni non è un'onda anomala e Giordani lo sa, tanto che il neo sindaco si è preso da subito il ruolo di interprete di una svolta, quella della co-partecipazione, indicando una strada che altri seguiranno. Con loro due è come se fosse nata una classe dirigente che intende il governo locale in modo meno monarchico di quanto abbiano fatto altri.
Non vale nemmeno la pena di dire che la politica dovrà tenerne conto. Perché la politica è già altrove, sulla spinta tanto della borghesia ricca del centro quanto dei quartieri popolari. Che hanno fatto proprio il segnale di un movimento dal basso iniziato appena sette mesi fa con le prime riunioni di Coalizione civica. Quelle che hanno portato a confrontarsi stabilmente in assemblea 5-600 persone. La nuova partecipazione si è riflessa nel voto: la gente non ne può più tanto dei vecchi partiti che delle vecchie facce, vuole volti nuovi ma ancorati al sistema. Niente rivoluzioni, semmai evoluzioni. Giordani è sembrata la persona giusta. Ha rivendicato ogni giorno la sua distanza dai partiti, il fatto di voler ridisegnare rapporti partendo da un foglio bianco nel quale non è lui il solo a tenere in mano la penna.
Ma non è detto che il quadro riesca. Soprattutto se chi dipinge non l'ha mai fatto prima. La sfida per i due neofiti (definizione di Giordani) sarà dimostrare che possono imparare in fretta le alchimie della buona amministrazione, che sanno gestire il potere sedando le divisioni, che hanno una visione comune senza distinguo.
Le opposizioni li attendono al varco. La civica di Bitonci avrà otto consiglieri, due in più del Pd in maggioranza. L'ex sindaco, ferito nell'orgoglio, darà battaglia su ogni delibera, cercando di far apparire il risultato elettorale frutto di un abbaglio collettivo. La città non gli ha concesso una seconda opportunità, ma lui vorrà convincerla che si è sbagliata, battendo come un martello pneumatico su ogni fessura della maggioranza e sull'inesperienza degli amministratori. Ha rabbia sufficiente e argomenti a iosa, a cominciare dal ritorno alla casella di partenza del nuovo ospedale.
Infine. In consiglio comunale i partiti tradizionali si sono sgonfiati come un soufflé. Nella maggioranza di 20 comandano i 13 divisi fra Coalizione Civica, Lorenzoni sindaco e Giordani sindaco, dentro i quali 10 sono all'esordio. Pure l'opposizione è in mano a una civica, quella di Bitonci. Anche questa sarà un'esperienza da vivere.

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