L'esperta: «Controlliamo i figli davanti allo schermo»

Mercoledì 18 Gennaio 2017
(F.Capp) «Non c'è da demonizzare il web, considerandolo solo negativamente. È piuttosto un ambito sociale in più, di entità vastissima, dove incontrare persone. E, come ogni ambito sociale, alla stregua di una piazza di una città nasconde vantaggi e insidie». Il buono e il cattivo di internet: bisogna saper distinguere secondo la psicoterapeuta Antonella Baiocchi, autrice del libro Autopsia dell'amore malato dove scandaglia le ombre della nostra società.
«Ogni essere umano deve avere strategie, risorse, competenze psicologiche e relazionali per riconoscere i pericoli e sapersi tenere alla larga. E dovrebbe uscire dalla famiglia con un equipaggiamento adeguato, psichico-relazionale, per non cadere in tentazioni e riuscire a dire di no ai mille trabocchetti che trova fuori casa. Come Pinocchio, nel mondo dei balocchi bisogna essere in grado di discernere per non trovarsi nei guai. Gli adulti di riferimento che hanno la competenza di fornire questa formazione ai futuri adulti, non sempre - riflette Baiocchi - sono abbastanza capaci, spesso sono affetti da analfabetismo psicologico di fronte a nuovi fenomeni. Come il seguente: mentre un tempo i pericoli era raggiungibili con le gambe, adesso i social entrano direttamente a casa tua dal monitor del pc. Paradossalmente, il pericolo c'è soprattutto quando il bambino è dentro casa, luogo entro il quale un tempio si era massimente protetti. È anche per questo che, in definitiva, i fondamentalisti riescono a recutare adepti, senza via di mezzo o mediazioni. Urge, in sintesi, alfabetizzare le famiglie perchè i rischi si celano soprattutto tra le mura domestiche e giungono in maniera incontrollabile. La parola d'ordine? Controllare sempre i propri figli piccoli quando accedono al web».

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