(Al.Rod.) Il caso Ira approda in Regione. Domani, infatti, una delegazione della Rsu dell'Ipab di via Beato Pellegrino verrà ricevuta dall'assessore regionale ai sevizi sociali Manuela Lanzarin. In discussione i ventidue licenziamenti prospettati qualche mese fa dai vertici della casa di riposo. La comunicazione ufficiale, firmata dal presidente dell'Ira Fabio Incastrini, è stata comunicata a novembre e fa seguito a due delibere, una del 21 giugno (presidente Stefano Bellon nominato dal centrosinistra) e un'altra del 10 ottobre deliberata dal cda nominato dall'amministrazione Bitonci e guidato appunto da Incastrini.
«Per ragioni gestionali e contabili e per mettere in sicurezza, a loro dire, il bilancio, nel prossimo triennio si avvierà la procedura di messa in mobilità di 22 persone. Tecnicamente questo personale viene definito in ieccedenza oppure idoneo con prescrizioni e/o limitazioni scandisce Stefano Pieretti di Adl Cobas. Che poi aggiunge: «Purtroppo, di questi lavoratori, pochissimi sono vicini alla pensione. Per gli altri, se non dovessero cambiare le cose, la prospettiva è la messa in mobilità, l'anticamera della disoccupazione». Una circostanza che Fp Cgil, Cisl Fp, d Uil Fpl e Adl Cobas vogliono scongiurare a tutti i costi.
«Il lavoro ad Altavita Ira ha già subito una profonda trasformazioni con le esternalizzazioni nel 2015 rincara la dose il sindacalista di base - Perché far pagare questa riorganizzazione del lavoro ai più deboli e meno tutelati? A pagare sarà chi, a causa di lavori usuranti ora deve fare i conti con idoneità con prescrizioni. Questi lavoratori oggi garantiscono l'assistenza agli ospiti con un piano di attività specifico che rientra in tutto nelle mansioni dell'operatore addetto all'assistenza». Insomma i sindacati hanno tutta l'intenzione di andare allo scontro frontale.
Le tensioni tra i vertici dell'Ira e i rappresentanti sindacali non sono certo cosa nuova. Il braccio di ferro, infatti, va avanti da oltre 2 anni, da quando l'Ipab ha fatto scattare una serie di internalizzazioni dei servizi.
«Per ragioni gestionali e contabili e per mettere in sicurezza, a loro dire, il bilancio, nel prossimo triennio si avvierà la procedura di messa in mobilità di 22 persone. Tecnicamente questo personale viene definito in ieccedenza oppure idoneo con prescrizioni e/o limitazioni scandisce Stefano Pieretti di Adl Cobas. Che poi aggiunge: «Purtroppo, di questi lavoratori, pochissimi sono vicini alla pensione. Per gli altri, se non dovessero cambiare le cose, la prospettiva è la messa in mobilità, l'anticamera della disoccupazione». Una circostanza che Fp Cgil, Cisl Fp, d Uil Fpl e Adl Cobas vogliono scongiurare a tutti i costi.
«Il lavoro ad Altavita Ira ha già subito una profonda trasformazioni con le esternalizzazioni nel 2015 rincara la dose il sindacalista di base - Perché far pagare questa riorganizzazione del lavoro ai più deboli e meno tutelati? A pagare sarà chi, a causa di lavori usuranti ora deve fare i conti con idoneità con prescrizioni. Questi lavoratori oggi garantiscono l'assistenza agli ospiti con un piano di attività specifico che rientra in tutto nelle mansioni dell'operatore addetto all'assistenza». Insomma i sindacati hanno tutta l'intenzione di andare allo scontro frontale.
Le tensioni tra i vertici dell'Ira e i rappresentanti sindacali non sono certo cosa nuova. Il braccio di ferro, infatti, va avanti da oltre 2 anni, da quando l'Ipab ha fatto scattare una serie di internalizzazioni dei servizi.