Interpreti pagati poco e in ritardo Aiutano le forze dell'ordine nelle indagini: guadagnano al massimo 14 euro lordi per due ore

Domenica 10 Gennaio 2016
Gli interpreti utilizzati dalla forze di polizia ricevono un salario molto basso e sono pagati con ritardi fino a cinque mesi. La protesta, sotto traccia, è stata lanciata da una ventina di cittadini stranieri che collaborano con la Procura per aiutare carabinieri, polizia e finanza a prendere i cattivi. Esattamente per le prime due ore di traduzione delle intercettazione telefoniche dei sospettati, un interprete guadagna 14,68 euro lordi. Quindi per le successive ore di lavoro prende esattamente la metà dei soldi, per cui 7,34 euro lordi ogni due ore. Tuttavia in alcuni casi, quando l'interprete deve coprire molte ore di intercettazioni, viene retribuito con 8 euro netti all'ora. Soprattutto quando viene chiamato senza preavviso nel cuore della notte. Tuttavia il guadagno non è alto e come gli interpreti sottolineano la paga può arrivare anche con sei mesi di ritardo. Nell'ultimo periodo però la Procura sta cercando di accorciare i tempi e i ritardi sembrano non superare i tre mesi.
Fausto Fanelli portavoce del sindacato di polizia Coisp ha dichiarato: «Sono persone estremamente importanti per la nostra sicurezza. Senza il loro supporto molte indagini non potrebbero essere portate a termine. Vengono utilizzati per tutti i reati dallo spaccio al terrorismo. Molti di loro per vivere hanno un altro lavoro, ma quando vengono chiamati dalle forze di polizia per tradurre spendono decine di ore del loro tempo. Sono pagati molto poco - ha proseguito - e spesso con un enorme ritardo, e tutto questo mina la nostra sicurezza. Inoltre sono persone che rischiano la vita».
E infatti nessuno di loro vuole venire allo scoperto, perchè temono eventuali ritorsioni da parte di quei criminali che con loro aiuto sono stati arrestati. Si tratta di cittadini stranieri con una fedina penale immacolata e capaci di tradurre, anche in tempo reale, qualsiasi lingua e qualsiasi dialetto. Cinque di loro hanno anche avuto il Cud sbagliato per l'anno 2010 e per questo motivo devono ricevere ancora pagamenti sempre legati alla loro attività di traduttori e interpreti per la Procura. «Dobbiamo molto - ha terminato Fanelli del Coisp - al loro forte senso civico, altrimenti molte indagini subirebbero forti rallentamenti. Il Ministero dell'Interno e quello di Giustizia dovrebbero affrontare una volta per tutte il problema della bassa retribuzione degli interpreti per le forze di polizia». Grazie agli interpreti, capaci di tradurre l'Edo un antico idioma della Nigeria, è stato possibile per la Squadra mobile arrestare attraverso una serie di intercettazioni telefoniche il finto profugo nigeriano, ospitato all'ex caserma Prandina e al centro di accoglienza di Bagnoli, che insieme alla sorella costringeva due connazionali a prostituirsi.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci