Insulti razzisti al ragazzino di colore

Lunedì 23 Gennaio 2017
(D.P.) Ancora un brutto episodio di intolleranza nel calcio giovanile, a Fossalta di Piave fra la squadra locale della categoria giovanissimi e i pari età della società padovana Gregorense Trinitas Pontevi. Tensioni in campo e fuori, mani addosso fra genitori, il dubbio che ci sia uno sfondo razzista nelle parole grosse volate fra le parti. Le versioni però sono praticamente opposte, e vanno riportate entrambe. Secondo i dirigenti della società veneziana, tutto è iniziato prima della partita, quando i sostenitori della Gregorense avrebbero imbrattato i muri dello stadio di via Olimpia con il fango, riportando delle figure offensive dopo che la stessa struttura comunale era stata da poco ridipinta a seguito di un incendio. Ad accendere i toni sarebbe stato poi uno dei giocatori padovani che, rivolgendosi ad un giovane avversario, lo avrebbe apostrofato con la più abusata delle frasi razziste («Quel negro di m...a»). A quel punto, sarebbero subentrati anche i genitori: un padovano sarebbe partito dritto verso il genitore di un ragazzo della Fossaltese con un gancio che solo per un soffio non sarebbe arrivato al volto, colpendo però il malcapitato al collo e alla spalla. Di tutt'altro tenore la versione della Gregorense. A fornirla è Alberto Di Noi, direttore generale della società padovana: «La versione della Fossaltese è di pura fantasia - afferma - perché i fatti si sono svolti in tutt'altra maniera. Fin dall'inizio c'era tensione fra i locali, perché la gara era decisiva per le loro possibilità di accedere ai playoff. L'unica responsabilità che ci assumiamo è quella del fango sui muri dello spogliatoio; ma non è successo prima della gara, bensì durante il riposo: siccome si giocava su un campo molto pesante, i nostri giocatori avevano le mani sporche di fango e se le sono pulite sul muro prima di entrare. Una leggerezza per la quale sono già stati redarguiti e per cui abbiamo già comunicato alla Fossaltese che pagheremo i danni. Ma è un fatto del tutto casuale, non preordinato». Il dirigente della Gregorense racconta poi ciò che è successo in seguito: «A metà del secondo tempo l'arbitro ha concesso un calcio di rigore a nostro favore, contestato dai locali, che abbiamo realizzato. Da quel momento sono iniziati gli insulti ai nostri giocatori dai genitori della Fossaltese che sono proseguiti fino al termine. Ma nessuno dei nostri giocatori ha reagito e men che meno ha insultato con frasi razziste gli avversari. Faccio notare che noi abbiamo due ragazzi di colore nella nostra squadra, due titolari, quindi è da escludere che ci siano sentimenti razzisti da parte nostra». «Infine, terminata la partita, un genitore avversario ha insultato pesantemente il nostro ragazzo che aveva segnato il rigore e solo a quel punto suo padre ha reagito, ma solo a parole. Nessuno dei nostri ha alzato le mani, anzi i nostri sostenitori si sono allontanati per evitare altre provocazioni». Come si può notare, le versioni delle parti sono diametralmente opposte. A questo punto sarà il giudice sportivo a prendere eventuali provvedimenti in settimana.

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