In centro e nelle vie del Ghetto con i nomi dei lager nazisti

Domenica 4 Dicembre 2016
In centro e nelle vie del Ghetto con i nomi dei lager nazisti
Una marcia silenziosa, tra le luminarie natalizie e lo shopping del sabato per ricordare come una delle più grandi tragedie dell'umanità abbia toccato anche la città di Padova.
Si è svolta ieri sera la marcia silenziosa, voluta dalla Comunità di Sant'Egidio e dalla comunità ebraica di Padova, in ricordo dei 47 ebrei padovani, uomini, donne, bambini e anziani, deportati nei campi di concentramento tedeschi.
Era infatti il 3 dicembre del 1943 quando iniziarono anche a Padova i rastrellamenti che portarono i deportati prima a villa Venier a Vo' Euganeo, quindi alla Risiera di San Sabba a Trieste e infine nei campi di concentramento nazisti. Dei 47 padovani catturati tornarono solo tre donne.
«Da cinque anni ricordiamo questo tragico evento - spiega Luca Zattarin di Sant'Egidio - La comunità da vent'anni a Roma ricorda i deportati di quella città e noi, assieme alla comunità ebraica, abbiamo voluto farlo anche qui: fa parte della nostra storia. Questo non vuole essere solo un momento di commemorazione, ma una riflessione legata anche all'attualità, a tempi in cui stiamo cercando di costruire una società aperta senza pregiudizi».
Lo striscione che ha aperto la marcia, esposto anche sul palco degli interventi finali, recitava non a caso Non c'è futuro senza memoria e il riferimento alla situazione in cui attualmente si trovano i profughi in tutto il mondo esplicito.
Dietro lo striscione, a camminare da Palazzo Moroni, luogo dell'appuntamento, verso le strade del Ghetto almeno 150 persone, molti con i cartelli con i nomi dei campi tristemente famosi per essere stati protagonisti della Shoa: Auschwitz-Birkenau, Belec, Berezin, Bergen-Belsen, Buchenwald, Mauthausen e la stessa Risiera di San Sabba. Una marcia silenziosa e commossa, cui hanno partecipato anche molti giovani, giovanissimi e bambini.
Al termine della marcia hanno portato il loro saluto Mirko Sossai della Comunità di Sant'Egidio, il presidente delle comunità ebraica di Padova Davide Romanin Jacur, il commissario prefettizio Michele Penta e il delegato vescovile alla cultura don Giovanni Brusegan, mentre Sara Parenzo ha letto alcuni dei nomi e delle storie dei 47 deportati.

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