Il malvivente era appena uscito di cella dopo tre anni di pena per episodi simili

Sabato 24 Giugno 2017
Sul marciapiede per «sfamare la famiglia». Offre il suo corpo a sconosciuti per qualche decina di euro mentre il marito e i due figli la attendono a casa. Ha quarant'anni, è nata in Romania, ma è cittadina italiana, e nel suo futuro ormai non c'era più alcuna prospettiva di un lavoro rispettabile. Così ha scelto di vendere sé stessa sulla strada, appagando gli appetiti sessuali dei suoi clienti, pur di consentire alla sua famiglia di avere un tetto sopra la teste e la pancia piena. Un paio di settimane fa la donna, padovana, se l'è vista brutta: un uomo si è finto interessato a una prestazione, poi l'ha aggredita e rapinata, facendola finire al pronto soccorso. «Ho avuto paura di morire. Ha preso delle strade contromano a tutta le velocità, poi si è fermato e ha iniziato a picchiarmi, quindi dalla disperazione ho lasciato che prendesse quel che voleva, i soldi e il cellulare, ho aperto lo sportello in corsa e mi sono gettata fuori dall'auto» ha raccontato la donna in lacrime ai poliziotti mentre era ancora in osservazione in ospedale. Grazie alla sua testimonianza, però, ora il bruto che l'ha aggredita ha un nome e un volto. Si tratta di un 41enne di Vigonovo, originario di Dolo, in provincia di Venezia, Cristian Ditadi, rapinatore seriale, già arrestato per casi simili, ai danni di altre belle di notte. Era appena uscito di carcere, il 25 maggio scorso, dopo una condanna di 3 anni e 4 mesi. Ma come recita il detto, il lupo perde il pelo ma non il vizio e appena uscito di cella, l'8 giugno, è tornato a colpire le sue vittime preferite: le lucciole padovane.
La prostituta quella notte non se la dimenticherà mai. Era da poco passata la mezzanotte in via Annibale da Bassano quando un suv Hyundai grigio si è avvicinato al marciapiede. «Avevamo pattuito prezzo e prestazione e poi sono salita - ha raccontato la quarantenne -. Mi ha chiesto dove andare e gli ho detto di proseguire verso la stazione, ma lui ha iniziato a correre imboccando anche via Zara contromano. Gli ho detto di stare attento, che così facevamo un incidente, ma lui non mi ha ascoltato, così ho allacciato al cintura. A un certo punto si è fermato dicendomi di tirare fuori tutti i soldi che avevo. Ho resistito e lui ha iniziato a strattonarmi per un braccio, tirandomi i capelli. Quando ha mollato la presa è ripartito, si è preso la borsa, io ho aperto la portiera e mi sono lanciata fuori».
Ferita e impaurita, senza più il cellulare e i 290 euro che aveva nel portafoglio, la donna è stata trovata in quelle condizioni da una collega, che l'ha caricata in auto e l'ha portata in pronto soccorso. Qui poi la denuncia alla polizia che grazie alla sua puntuale testimonianza, ha controllato le videocamere di sorveglianza della zona e ha individuato la targa dell'auto, risalendo poi al proprietario. Quando gli agenti hanno mostrato alla quarantenne la foto segnaletica del pregiudicato lei l'ha riconosciuto immediatamente. Era appena uscito di cella, ma questo non gli ha impedito, una volta fuori, di tornare a rapinare prostitute, specialmente nella zona di Padova. Molte, probabilmente, hanno subito in silenzio, specialmente quelle obbligate a battere da qualche protettore. La quarantenne italiana invece è finita sul marciapiede per sua volontà, costretta dalla necessità di sfamare la sua famiglia, come ha precisato ai poliziotti. Libera, dunque, anche di denunciare l'aggressione. La Squadra mobile, dopo le indagini coordinate dal Pubblico ministero Sergio Dini, ha quindi proceduto con l'arresto, convalidato dal gip Mariella Fino.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci