I centristi scaricano Zilio: via libera alla candidatura di Giordani, sostenuto anche dagli industriali

Giovedì 12 Gennaio 2017
(Al.Rod.) Tramonta definitivamente la candidatura di Fernando Zilio per il centrosinistra allargato. Ora in corsa rimane solamente Sergio Giordani (nella foto). Per il presidente della Camera di Commercio, dunque, pare non ci siano più possibilità di tentare la corsa alla poltrona più alta di Palazzo Moroni. A determinare la caduta repentina delle quotazioni di Zilio, sarebbe stata l'indisponibilità a sostenerlo da parte della galassia centrista che avrebbe deciso di puntare tutto su Giordani. A questo punto, il numero uno dell'ente camerale può contare solamente sull'appoggio dell'ex sindaco settimo Gottardo, un po' poco per ambire alla candidatura. Ad appoggiare l'ex patron del Calcio Padova ci sarebbe la stragrande maggioranza del Partito Democratico - della partita farebbe parte anche l'ex sindaco Flavio Zanonato ma non l'area dem che fa riferimento al parlamentare Alessandro Naccarato - e la galassia centrista che può contare su nomi di peso come l'ex assessore Maurizio Saia, il sottosegretario all'Ambiente Barbara Degani, l'ex capogruppo di Rifare Padova Antonio Foresta e su una serie di liste civiche che tre anni fa hanno sostenuto la candidatura di Saia. Non solo. Zilio avrebbe perso anche il sostegno delle categorie economiche che avrebbero deciso di puntare tutto su Giordani. Da questo punto di vista, l'appoggio più significativo arriverebbe dagli industriali che, dopo aver appoggiato per due anni e mezzo l'ex sindaco Massimo Bitonci, avrebbero deciso di scommettere su una figura - il patron di Nonsolosport- che considerano più vicina alla loro sensibilità. Insomma per Giordani potrebbe essere cosa fatta. I bene informati dicono che, al massimo entro il 25 gennaio, la sua candidatura dovrebbe essere ufficializzata. Diversamente infatti, si rischia di superare la fatidica data del 31 gennaio. Data oltre la quale, il Partito Democratico sarebbe costretto ad organizzare le temutissime primarie. Un appuntamento che, tra i Dem, quasi tutti vogliono evitare, costi quel che costi.

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