«Fermate l'assurda invasione del grano straniero»

Domenica 24 Luglio 2016
La crisi del grano sta investendo in modo consistente tutto il territorio padovano, mettendo in serio pericolo la qualità di pane e pasta. Gli agricoltori non riescono a far fronte alla caduta del prezzo del grano, dovuta a un mercato malato che vede predominanti le multinazionali a scapito del territorio. I produttori di grano continuano a essere oggetto di un'azione di speculazione che non ha precedenti, con il grano duro pagato 19 euro al quintale e il grano tenero 16 euro, largamente al di sotto del costo di produzione e perdite fino al 50% sulla scorsa campagna di commercializzazione.
«Senza un'inversione di marcia sui prezzi pagati agli agricoltori e senza un freno immediato alle importazioni “spregiudicate” dall'estero - dice il direttore della Cia di Padova Maurizio Antonini - il rischio che si corre è che ci guadagnino sempre le grandi multinazionali che importano il grano dall'estero per produrre all'insegna di una finta italianità. Infatti se da una parte la crisi del grano mette a rischio il lavoro degli agricoltori, dall'altra per i consumatori potrebbe significare mangiare pane e pasta con un frumento proveniente da paesi dove non esistono i nostri disciplinari e i nostri controlli».
«Non è possibile che il frutto del lavoro di un anno venga così svalutato. Oggi 100 chili di frumento valgono quanto 7 chili di pane: un divario intollerabile. Nel Veneto vengono coltivati 81.000 ettari; a Padova 16.130 ettari di grano tenero, con un aumento di superficie del 150% rispetto all'anno precedente; mentre sono 12.000 ettari nel territorio veneto di grano duro. Sono dati che dovrebbero far pensare alla necessità di interventi decisi e che mettano in sicurezza la qualità e la produzione del grano e delle aziende agricole».

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