«Ecco il vero volto del Santo ricostruito dopo 800 anni»

Mercoledì 11 Giugno 2014
Non è quello che magari siamo abituati a vedere nelle immagini della tradizione, ma è quello che i padovani del medioevo hanno avuto la fortuna di vedere. Quello di Sant'Antonio è un volto dal colore olivastro, con le labbra carnose, un filo di barba e dei profondi occhi scuri. Nel modello presentato ieri sera al Centro Culturale San Gaetano emerge un volto di un uomo che sembra quasi sorridere alla vita.
Il volto del Santo è stato svelato, in anteprima mondiale, in una serata inserita nel calendario del Giugno Antoniano e promossa dal comune di Padova, Pontificia Basilica del Santo, Veneranda Arca di Sant'Antonio, Pastorale cittadina, Messaggero di sant'Antonio, Arciconfraternita di Sant'Antonio e Centro Studi Antoniani, con il contributo di Fondazione Antonveneta e Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Una serata organizzata per presentare il risultato di un importante lavoro frutto di scienza e tecnologia, ma che è stata soprattutto una grande emozione per i devoti che si sono dati appuntamento nell'auditorium di via Altinate: «Quando ho visto per la prima volta le foto - racconta Padre Enzo Poiana, rettore della Basilica del Santo - Mi sono commosso e non ho avuto il minimo dubbio: questo è Sant'Antonio. Le immagini sacre tendono a sublimare le persone, ma questo è davvero il volto di un uomo, ispanico, con degli elementi del nord Africa. Quando l'ho mostrato al Patriarca di Lisbona ha detto: questi occhi hanno visto il cielo».
L'operazione è stata possibile grazie all'avvento e all'evoluzione delle nuove tecniche di ricostruzione forense: dal solo cranio si può ricostruire con un alto grado di oggettività il volto e le fattezze di una persona. A lanciare l'idea è stato il Museo di Antropologia dell'Università di Padova: «Avevamo già ricostruito volti di nostri antenati e di personalità del nostro territorio come il poeta Francesco Petrarca - racconta Nicola Carrara, del Museo di Antropologia -. Perché non ricostruire quello di sant'Antonio, la personalità legata alla città di Padova più famosa al mondo?».
Luca Bezzi, 35 anni archeologo, membro di Arc-team Archaeology di Cles, specializzato in ricostruzioni 3D, ha creato il prototipo tridimensionale sulla base del calco realizzato nel 1981 e la ricostruzione di Roberto Cremonini del 1995, mentre Luciano Bertazzo, francescano conventuale e direttore del Centro Studi Antoniani, ha messo a disposizione della ricerca tutte le sue conoscenze e le fonti dell'epoca. Il modello è stato poi realizzato grazie ad una collaborazione internazionale, quella di Cicero Moraes, designer del Centro de Tecnologia da Informação «Renato Archer» di Campinas (San Paolo), cui sono stati forniti solo pochi dati per non influenzare un lavoro così delicato: maschio, 36 anni, caucasico. Grazie al software libero Blender Moraes ha sviluppato il modello che poi il Laboratorio de Antropologia e Odotologia Forense dell'università di San Paolo (Brasile), un centro specializzato nella stampa 3D ad alta precisione, ha ricreato dopo otto secoli il volto del Santo. Dai suoi laboratori riemerge il volto di sant'Antonio, a quasi 8 secoli dalla morte. Il modello del volto sarà esposto dal 12 al 22 giugno all'interno della mostra della Devozione popolare in Basilica.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci