I legali dell'ex sindaco di Abano, Luca Claudio, alla luce dei quattro anni patteggiati dal loro cliente hanno chiesto gli arresti domiciliari in alternativa al carcere. Ma il Gup Tecla Cesaro ha respinto la richiesta: l'ex re delle Terme rimarrà dietro alle sbarre della casa circondariale Due Palazzi. In realtà anche se il Gup avesse espresso parere favorevole, Claudio sarebbe comunque rimasto in cella a causa del secondo mandato di arresto per il caso dell'ex discarica di Giarre. Intanto l'ex sindaco di Abano, oltre ad avere patteggiato quattro anni, ha subito anche il sequestro dei beni, come chiesto dal sostituto procuratore Federica Baccaglini titolare delle indagini, tra cui il blocco di un appartamento in centro storico a Roma utilizzato dalla sua ex moglie. A Claudio è anche stata applicata la sanzione amministrativa dell'incandidabilità alle cariche elettive regionali e negli Enti locali, alle elezioni della Camera dei Deputati e del Senato, del Parlamento europeo, e del divieto di assunzione di incarichi di governo nazionale. Tradotto, la sua carriera di sindaco è finita per sempre. In totale i beni sequestrati a Claudio sarebbero undici per un valore complessivo di un milione e 500 mila euro. Adesso, dopo le feste di Natale, gli avvocati Ferdinando Bonon e Giovanni Caruso, dovranno organizzare la nuova linea difensiva in merito all'ex discarica di Giarre. È possibile che Claudio chieda di patteggiare anche per questo capo di imputazione. Per lui sarebbe l'unica alternativa per ottimizzare i tempi e sperare di convertire la misura cautelare in carcere con gli arresti domiciliari.
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