Certificati fasulli per le guardie, davanti al giudice medici e agenti

Mercoledì 31 Agosto 2016
(m.a.) Una decina tra medici del carcere e agenti penitenziari il 13 settembre sarà davanti al giudice. Sono stati accusati di truffa aggravata e violazione della legge speciale sull'ordinamento del lavoro nelle pubbliche amministrazioni. Titolare delle indagini è il sostituto procuratore Sergio Dini, già attivo per avere stroncato al Due Palazzi lo spaccio. I medici sono stati accusati di aver prodotto decine di certificati falsi per consentire alle guardie penitenziarie, coinvolte nello scandalo sulla droga nelle celle, di usufruire di lunghi periodi di malattia. Nei guai sono però finiti anche agenti penitenziari del tutto estranei allo spaccio, come Fausto Sacco, 40 anni, di Rubano, in servizio alla Casa di reclusione. Secondo l'accusa tra il 2012 e l'inizio del 2015 avrebbe usufruito di una serie di certificati medici fasulli, in quanto attestanti patologie e malattie insussistenti. Sacco avrebbe beneficiato di sessanta giorni di malattia senza averne titolo, sembra con la complicità del suo medico di base Guido Carpené, 57 anni, di Selvazzano. Per quest'ultimo si tratta della seconda richiesta di rinvio a giudizio. Il dottor Carpenè era già finito nel mirino della Procura assieme ai colleghi Bernardo Savona, 58 anni, di Selvazzano e Paolo Lo Conti, 41 anni, con domicilio a Vernole (Lecce), che annoveravano tra i loro pazienti rispettivamente Giuseppe Cristino, Angelo Telesca e Giandonato Laterza, tre delle guardie carcerarie finite nel calderone dell'inchiesta sullo spaccio al Due Palazzi. Tra il 2011 e il luglio 2014, Telesca avrebbere accumulato assenze dal servizio per circa 170 giorni. Laterza sarebbe riuscito a totalizzare assenze dal servizio per circa 130 giorni mentre Cristino avrebbe ottenuto congedi straordinari per circa 90 giorni. Il quarto medico a finire davanti al gup sarà la dottoressa Maria Luisa Braga, 60 anni, di Montegrotto, con studio a Selvazzano. Avrebbe rilasciato numerosi certificati medici all'agente penitenziario Roberto Di Profio. Tra il 2011 e il 2014 quest'ultimo avrebbe usufruito di sessanta giorni di malattia per patologie inesistenti.

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