Carcere morbido per i mafiosi, scatta l'inchiesta della procura

Sabato 3 Dicembre 2016
La casa di reclusione Due Palazzi è finita nuovamente nel mirino della Procura. Almeno una decina di detenuti in regime di alta sicurezza, sono stati declassati a reclusi comuni. In questo modo hanno potuto godere di un impiego all'interno del penitenziario e di permessi premio. Si tratta di assassini, ergastolani e mafiosi (regime di 41 bis) dietro alle sbarre del Due Palazzi prima dell'aprile del 2015, quando il carcere è stato dichiarato dal Dap non più di massima sicurezza ma di media sicurezza. Una decisione maturata anche a seguito dello scandalo dei telefoni cellulari e della droga fatti circolare nella casa di reclusione sia dai detenuti e sia da alcuni agenti penitenziari. E così la Procura ha dato mandato ai carabinieri di indagare sul perchè e su chi ha concesso a questi dieci carcerati in regime di alta sicurezza di passare a una detenzione molto più morbida. E giusto mercoledì i carabinieri, questa volta del comando di Catania, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti del 57enne Mario Pace rinchiuso al Due Palazzi con una condanna di ergastolo per omicidio e associazione mafiosa. Il detenuto, che usufruiva di permessi premio, dalla sua cella gestiva lo spaccio di droga in Sicilia. Gli bastavano un computer e i pizzini che riusciva a passare alla sorella durante le visite in carcere. Così Pace riusciva a inviare le direttive nel catanese e a pilotare un giro d'affari internazionale.
I guai per il Due Palazzi sono iniziati nel luglio del 2014 quando gli uomini della Squadra mobile, coordinati dal sostituto procuratore Sergio Dini, hanno scoperto che nel carcere entrava droga, telefoni cellulari e chiavette usb. Tutto il traffico illecito era in mano a due esponenti della malavita organizzata che, con la complicità di alcuni agenti della penitenziaria, si dividevano i profitti vendendo la mercanzia ai reclusi. Ma il blitz della polizia non è servito a bloccare l'entrata dei telefoni cellulari al Due Palazzi: nel novembre dell'anno scorso gli agenti della penitenziaria hanno trovato e sequestrato altri otto telefoni cellulari. Da un primo accertamento gli apparecchi erano stati trasportati all'interno di alcune torte destinate a un paio di detenuti. Fino a fine settembre, quando gli uomini della polizia penitenziaria, dopo essersi accorti di alcuni strani movimenti tra i detenuti sottoposti a vigilanza dinamica e quindi liberi di girare per la sezione detentiva, hanno deciso di passare al setaccio tutte le celle. In una, occupata da un recluso italiano, hanno trovato un telefono cellulare nascosto nel bagno. Gli inquirenti credono che i telefoni cellulari entrati negli ultimi due anni in carcere siano più di cento.
I due boss che riempivano la casa di reclusione di telefoni cellulari, droga e Sim card erano Gaetano Bocchetti esponente del clan camorristico di Secondigliano e Sigismondo Strisciuglio della Sacra Corona Unita. I capi malavitosi rifornivano di soldi gli agenti penitenziari ottenendo in cambio hashish, eroina, ma anche chiavette Usb, computer e telefoni cellulari, con cui poter mantenere senza difficoltà i contatti con le rispettive organizzazioni criminali.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci