Buco milionario, il giudice li convoca ma i calciatori non si presentano in aula

Giovedì 29 Settembre 2016
(L.I.) Avrebbero dovuto presentarsi in aula in qualità di parti offese. Il giudice Mariella Fino avrebbe voluto interrogarli. Ma nessuno dei calciatori che ha investito con Proprestige nell'acquisto di un lussuoso albergo in Carinzia ha varcato la soglia del Palazzo di giustizia. Luca Toni (nella foto), Cristian Zaccardo, Riccardo Montolivo, Bosko Jankovic e Sebastian Frey sono tra le numerose vittime del buco milionario che ha già provocato due condanne per bancarotta fraudolenta. Nell'aprile scorso l'ex amministratore delegato di ProPrestige Srl Fabio Viero e l'ex socio nonchè presidente del consiglio di amministrazione Ugo Antonio Barchiesi avevano rimediato cinque anni di reclusione ciascuno. Il giudice Mariella Fino li aveva condannati a risarcire gli investitori con 6 milioni di euro. Lo stesso giudice non ha ritenuto di accogliere la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura per la seconda inchiesta a carico di Proprestige, quella in cui si ipotizza il reato di truffa. Secondo il pm Daniela Randolo non sussistono gli estremi per sostenere una simile accusa in giudizio. Il gip ha fissato una camera di consiglio per il necessario approfondimento istruttorio ma le vittime non si sono fatte vedere. C'è stata quindi soltanto la difesa, affidata ai legali degli indagati Viero e Barchiesi. Il giudice Fino si è riservato la decisione finale. Potrebbe optare per l'archiviazione o per l'imputazione coatta oppure ancora per un supplemento di indagini da parte della Procura.
Con i milioni investiti dai calciatori la Proprestige avrebbe dovuto acquistare il lussuoso albergo "Schloss Hotel" in Carinzia. L'affare però non andò in porto. La società, che aveva sede in via Martiri della Libertà, era stata fondata il 22 ottobre 2010. Il 10 ottobre 2013 i giudici del Tribunale civile di Padova ne avevano dichiarato il fallimento. L'acquisizione dell'albergo non era andata a buon fine per una serie di imprevisti di natura contrattuale e per i vincoli che gravavano sullo stesso hotel, al centro di contenziosi civilistici. Secondo l'accusa Viero e Barchiesi avevano provocato il fallimento di ProPrestige Srl, attraverso una serie di operazioni economiche dolose.

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