Baby disturbatori in parrocchia e il don chiama i carabinieri

Mercoledì 26 Luglio 2017
Baby disturbatori in parrocchia e il don chiama i carabinieri
Baby bulli si lanciano in una bravata in parrocchia, ma il don non gliela fa passare liscia e li mette davanti alle loro responsabilità chiamando i carabinieri.
È successo lunedì pomeriggio, verso le 16.30, all'interno del patronato di San Giuseppe. Tre ragazzini tra i 14 e i 15 anni, due italiani e un romeno, che frequentano la piazza e saltuariamente la parrocchia, sono entrati nel patronato e si sono chiusi dentro a una stanza impedendo al parroco, don Enrico Luigi Piccolo di entrare. Possibile che i bulletti volessero rubare qualcosa, tanto che i carabinieri, ufficio, li hanno denunciati per tentato furto e affidati ai genitori.
Sulla faccenda il parroco di San Giuseppe getta acqua sul fuoco, spiegando che la chiamata ai militari aveva puramente scopo educativo.
Don Enrico, cos'è successo ieri?
«Non vorrei che la cosa fosse ingigantita. Sono robe da bocia, una bravata.
Sì, ma lei ha deciso di chiamare i carabinieri. Non bastava una tirata d'orecchi?
«A una certa età non ti puoi permettere di fare queste cose senza prenderti le tue responsabilità. Ho chiamato le forze dell'ordine per puro scopo educativo. Perché capiscano che certe cose non si fanno. Questa è una bravata, ma in futuro cosa potrebbe succedere? Devono capire. Questa esperienza deve servir loro di lezione».
Sì però una denuncia è una cosa grave.
«Hanno proceduto d'ufficio i carabinieri. Io spero che le cose si risolvano senza strascichi».
Ma chi sono questi ragazzini?
«Sono dei giovani del posto. Frequentano la piazza. Anche gli altri ragazzini, ora non devono vederli come eroi, ma capire che queste cose non si fanno».
Ma cos'è successo?
«Sono entrati in una stanza e si sono chiusi dentro. Non mi volevano far entrare».
Dopo che sono arrivati i carabinieri, qualcuno le ha chiesto scusa?
«Sì, uno di loro e i suoi genitori»
E gli altri due?
«Spero arrivino anche loro. L'unico mio obiettivo è che si prendessero la responsabilità delle proprie azioni».

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