È un bilancio in chiaroscuro quello che è uscito dall'annuale assemblea dei soci dell'associazione provinciale pubblici esercizi (Appe). Da un lato, l'associazione chiude il 2015 con un numero crescente di associati e un piccolo utile economico. Dall'altro, il settore sta vivendo un momento di incertezza. «Gli esercenti dichiara il presidente Erminio Alajmo si trovano a confrontarsi con un mercato ancora incerto: si registrano picchi di domanda, associati a lunghi periodi di stagnazione».
Una riflessione è stata fatta sui costi aziendali, sempre in crescita, e sui prezzi, che invece rimangono stabili erodendo il margine di ricavo. «Basti pensare sottolinea Alajmo che il prezzo medio del caffè nei 1.800 bar padovani è pari ad 1,02 euro, una cifra che non riesce a remunerare adeguatamente l'attività dell'esercente. Lo stesso discorso si può fare per lo spritz, ancorato da anni a 2,50 euro».
«Di fronte alla crisi rimarca Alajmo tanti esercenti chiudono o cedono la loro attività, mentre tanti altri aprono nuove attività, in cerca di facili guadagni, salvo poi rendersi conto che la realtà è ben diversa dai loro sogni. Bisogna puntare sulla qualità, sul servizio al cliente ed avere il giusto spirito imprenditoriale».
Una riflessione è stata fatta sui costi aziendali, sempre in crescita, e sui prezzi, che invece rimangono stabili erodendo il margine di ricavo. «Basti pensare sottolinea Alajmo che il prezzo medio del caffè nei 1.800 bar padovani è pari ad 1,02 euro, una cifra che non riesce a remunerare adeguatamente l'attività dell'esercente. Lo stesso discorso si può fare per lo spritz, ancorato da anni a 2,50 euro».
«Di fronte alla crisi rimarca Alajmo tanti esercenti chiudono o cedono la loro attività, mentre tanti altri aprono nuove attività, in cerca di facili guadagni, salvo poi rendersi conto che la realtà è ben diversa dai loro sogni. Bisogna puntare sulla qualità, sul servizio al cliente ed avere il giusto spirito imprenditoriale».