Nuotare nei canali, mangiare al sacco, sdraiarsi sui monumenti, andare in bici

Lunedì 24 Luglio 2017
Nuotare nei canali, mangiare al sacco, sdraiarsi sui monumenti, andare in bici
Caldo, ignoranza, incoscienza e la quasi certezza dell'impunità. Ci sono tutte le premesse perché si ripeta l'estate cafona che lo scorso anno aveva regalato delle autentiche perle, come la donna che di fronte a palazzo Ducale si era abbassata i pantaloni per fare i suoi bisogni, incurante del fatto di essere vista da migliaia di persone e dei quasi 1.200 pubblici esercizi esistenti a Venezia dotati di servizi igienici.
Il fenomeno ovviamente non colpisce solo il capoluogo del Veneto. A Roma stanno cercando di correre ai ripari per i troppi turisti che fanno il bagno nelle fontane del Bernini o prendono il sole in costume al Colosseo. Firenze non è da meno, con le sue magnifiche chiese usate come pareti da arrampicata e i suoi palazzi come orinatoi.
Venezia ha tuttavia quel quid in più che la porta ad essere il palcoscenico dei peggiori comportamenti, che puntualmente vengono condivisi sui social dagli stessi protagonisti o da cittadini indignati. È per la forza del suo nome, anzi del suo marchio, che Venezia sembra essere condannata a subire ogni giorno umiliazioni.
L'ultima è stata ieri mattina alle 6, quando sei giovani belgi fiamminghi, tutti tra i 21 e i 23 anni, sono saliti sul ponte della Costituzione (quello in acciaio e vetro progettato da Calatrava), si sono con calma svestiti per poi tuffarsi dal parapetto in canal Grande. La bravata è stata filmata da alcune persone che si recavano al lavoro ed è possibile rivederla sul nostro sito web.
Forse questi teppisti non sapevano che il canal Grande è una specie di strada statale, percorsa da migliaia di barche e che esattamente un anno fa un cinquantenne neozelandese si sfracellò su un taxi dopo essersi tuffato dal ponte di Rialto. Il poveretto, morto qualche mese dopo, aveva almeno la scusante di essere ubriaco. Questi erano perfettamente sobri, come lo erano i teppisti che periodicamente hanno imbrattato la città storica di scritte con la bomboletta.
Ad accoglierli al momento della risalita sono stati tre agenti della polizia locale e tre della polizia di Stato, di pattuglia tra piazzale Roma e la stazione ferroviaria, che quel ponte collega.
Chi si è tuffato ora sarà sanzionato per violazione del regolamento comunale (la multa è stata recentemente portata da 50 a 450 euro) e ai sensi del decreto Minniti sarà chiesto alla Prefettura il divieto d'accesso alla città per il futuro. Ma non è tutto, poiché l'amministrazione comunale ha chiesto di verificare se possano sussistere anche reati come il pericolo per la navigazione e comunque oggi invierà una nota dettagliata all'Ambasciata del Belgio in Italia con i nomi dei cafoni coinvolti.
Proprio nei giorni scorsi, il comportamento cafone dei turisti era stato motivo di un incidente diplomatico con la Capitale, il cui assessore al Turismo aveva detto: «Non vogliamo ridurci come Venezia». Due anni fa lo aveva detto anche il sindaco di Barcellona.
Oggi il divieto di queste condotte (tuffarsi in canale, mangiare al sacco, sdraiarsi in piazza o sui monumenti, sporcare la città, andare in bicicletta: anche questo è stato necessario scrivere, sigh) è stato esplicitato in una campagna mediatica e sui social network. Ma, senza sanzioni adeguate, la tentazione rischia di essere ancora più forte.
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