Il governo non vuole e non può permettersi di abbandonare le grandi strutture

Lunedì 23 Gennaio 2017
Il governo non vuole e non può permettersi di abbandonare le grandi strutture di accoglienza dei profughi o richiedenti asilo politico. Le ex basi militari di Bagnoli nel Padovano e di Conetta nel Veneziano non potranno essere dismesse, nonostante i tentativi di promuovere un'accoglienza diffusa da parte del Viminale, che utilizza il braccio operativo delle Prefetture. La dimostrazione eclatante è nel bando di gara imponente che riguarda la Provincia di Padova e l'ex base missilistica di Bagnoli che è scaduto alcuni giorni fa. I numeri sono da capogiro, visto che raggiungono, per il biennio 2017-18, la somma complessiva di 87 milioni e mezzo di euro.
Che la gestione dei profughi costi non è una novità. Mediamente, fra i 33 e i 35 euro al giorno. Se pensiamo che i richiedenti asilo in Veneto sono circa 15 mila, ne deriva una spesa di oltre 500 mila euro al giorno, circa 190 milioni di euro all'anno, a cui va aggiunta l'Iva, che assesta la cifra a circa 230 milioni di euro. Un grande impegno, ma anche un grande affare per chi riesce a vincere gli appalti pubblici.
Giovedì scorso nella sede della Prefettura di Padova c'è stata grande ressa per la consegna delle buste dei concorrenti al bando che riguarda i servizi di accoglienza e integrazione per tutta la provincia, Bagnoli compresa, dall'1 gennaio al 31 dicembre 2017. La macchina burocratica era in movimento da novembre e le dichiarazioni del ministro Minniti di cercare alternative alle grandi concentrazioni servono più a tracciare una prospettiva, che a risolvere i problemi attuali. Non c'è alternativa, al momento, per gli oltre 900 ospiti di Bagnoli e per i quasi 1400 di Conetta.
DUE LOTTI MILIONARI - La gara di Padova è formata da due lotti, per un totale di 2.800 posti. Il primo riguarda 2.000 posti presunti che dovranno essere reperiti da onlus, società, associazioni o cooperative che vinceranno gli appalti in tutta la provincia. Il secondo lotto riguarda, invece, l'ospitalità nelle strutture fornite dalla Prefettura di Padova per 800 posti, ovvero nella base di Bagnoli. La base d'asta per il primo lotto è di 35 euro al giorno per persona, di 32,5 euro per il secondo lotto. Basta una operazione aritmetica per verificare gli importi. Il primo lotto vale 25 milioni 550 mila euro, più Iva, ma va raddoppiato perchè riguarderà anche il 2018, e prevede pure una proroga di altri sei mesi, fino alla fine del giugno 2019 (4 milioni 706 mila euro). Al totale di 63 milioni 875 mila euro va aggiunta l'Iva, che porta il costo a 78 milioni di euro. Il lotto di Bagnoli prevede una spesa nell'ipotesi che gli ospiti siano 800 di 9 milioni e mezzo di euro, da raddoppiare considerando il 2018 e da incrementare di altri 4 milioni 706 mila euro per la proroga di sei mesi. Il totale di circa 23 milioni e mezzo cresce fino ai 28 milioni e mezzo se si calcola l'Iva. Sintesi finale: per 2.800 posti nel Padovano il costo effettivo sarà di 106 milioni di euro in due anni.
VENTI CONCORRENTI - Sono venti le domande, di cui 13 di società padovane, presentate. Per il bando 1 (2.000 posti) i concorrenti sono 13, ma uno di questi raccoglie 14 cooperative locali (si tratta di Consorzio Veneto Insieme che offre 600 posti). Presente anche Edeco (ex Ecofficina) che però scende a 380 posti, rispetto ai 436 di un anno fa. Per quanto riguarda l'hub di Bagnoli i candidati sono 8, tra cui Edeco che detiene la gestione, e Tre Fontane di Roma e Senis Hospes di Potenza, escluse l'anno scorso. L'apertura dei plichi è prevista per domani, 24 gennaio, ma in una seconda seduta avverrà l'apertura dell'offerta tecnica (che vale 70 punti) e di quella economica (30 punti). Entro un mese sapremo chi ha vinto.
ECOFFICINA - I due bandi sono la replica di quelli che hanno consentito di coprire le esigenze da aprile a dicembre 2016 (poi prorogabile di mese in mese, il che sta avvenendo fino all'assegnazione del bando 2017). Il primo lotto riguardava 1.700 posti (300 posti in meno rispetto al 2017), quello di Bagnoli soltanto 500 (altri 300 in meno), poi lievitati di parecchio. E qui non ci si può non imbattere in Ecofficina Edeco (la ritroviamo anche a Conetta), la cooperativa pigliatutto che fa riferimento a Simone Borile, alla moglie Sara Felpati e Gaetano Battocchio. La coop è finita sotto inchiesta per presunte irregolarità legate ai documenti che le consentirono di vincere una gara. Ecofficina Educational nel 2016 ha vinto il bando per il secondo lotto (500 posti) aggiudicandoselo con un'offerta di 31,90 euro al giorno per persona. Le domande erano state due, ma quella presentata da Senis Hospes e Tre Fontane fu esclusa. Rimase solo la coop di Battaglia Terme che nel settembre scorso è stata sospesa da Confcooperative, perchè troppo coinvolta nel business da grandi numeri, piuttosto che nella ricerca di un sistema che favorisca la buona accoglienza.
CONCORRENTI CRESCONO - Ecofficina era risultata al primo posto anche nel bando per il primo lotto da 1.700 posti, offrendo 34,90 euro al giorno per persona. Quella tranche consente di verificare chi si candida all'accoglienza. Le offerte erano state 14, una società era stata esclusa. La graduatoria finale aveva collocato al primo posto Ecofficina Educational (435 posti). Seguivano, nell'ordine: Orizzonti Cooperativa Sociale (86), Altre Strade (30), AHR Hotels & Residences (175), Associazione Tangram (46), Associazione Percorso Vita (200), Città So.La.Re (62), La Rosa Blu (12), Associazione Popoli Insieme (18), Associazione La Mia Badante (62), Costituenda Ati Il Villaggio Globale (329), Croce Rossa italiana (23) e Co.Ge.S (29 posti). Sono nomi che si ritrovano anche nel nuovo bando di gara. Ecofficina sembrava dubbiosa, dopo la rivolta di Cona. Ma era difficile pensare che rinunciasse ad affari che l'hanno portata a moltiplicare il fatturato che qualche anno fa era di soli 100 mila euro e adesso viaggia sui 15 milioni di euro all'anno.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci