Whatsapp, il garante apre un'istruttoria

Mercoledì 28 Settembre 2016
Il monito dell'Ue era già arrivato e adesso la Germania ha imposto lo stop: Facebook dovrà cancellare tutti i dati, relativi a circa 35 milioni di utenti tedeschi, ottenuti attraverso WhatsApp. Decisione che, presto, potrebbe riguardare anche l'Italia: l'Authority per la privacy ha aperto un'istruttoria sulla modifica della policy che WhatsApp ha applicato a fine agosto, mettendo a disposizione di Facebook alcune informazioni sugli account degli utenti, anche per finalità di marketing. WhatsApp e Facebook ora dovranno fornire al Garante tutti gli elementi utili alla valutazione del caso.
All'inizio di settembre, la questione era finita all'esame della Commissione europea, con i dubbi dell'Antitrust sui vantaggi per il social network, dal 2014 proprietario del servizio di messaggistica più utilizzato nel mondo. Le nuove norme prevedono che parte delle informazioni della voce “info account”, di quanti abbiano scaricato WhatsApp, vengano utilizzate da Facebook anche per fini pubblicitari. «WhatsApp potrebbe offrire il marketing per i servizi di Facebook, società di cui fa ora parte», sottolinea l'Ue.
Non è la prima volta che il social network si trova a difendersi su questioni inerenti la privacy. Nel luglio scorso la società di Mark Zuckerberg ha ammesso di utilizzare la geolocalizzazione per suggerire nuovi amici ai propri iscritti. Il quel caso, Facebook, che era poi stato costretto a rivedere l'impiego dei dati, ha sostenuto che si fosse trattato solo di un test. Ma questa volta l'Europa ha sollecitato Facebook-WhatsApp a garantire la protezione della privacy.
L'authority per la privacy ha chiesto di conoscere nel dettaglio «la tipologia di dati che WhatsApp intende mettere a disposizione di Facebook; le modalità per la acquisizione del consenso da parte degli utenti alla comunicazione dei dati; le misure per garantire l'esercizio dei diritti riconosciuti dalla normativa italiana sulla privacy, considerato che dall'avviso inviato sui singoli device la revoca del consenso e il diritto di opposizione sembrano poter essere esercitati in un arco di tempo limitato». Il Garante, si legge nella nota, «ha chiesto inoltre di chiarire se i dati riferiti agli utenti di WhatsApp, ma non di Facebook, siano anch'essi comunicati alla società di Menlo Park, e di fornire elementi riguardo al rispetto del principio di finalità, considerato che nell'informativa originariamente resa agli utenti WhatsApp non faceva alcun riferimento alla finalità di marketing».
La preoccupazione va ben oltre lo scambio tra le due piattaforme: «La nuova privacy policy adottata da Facebook e WhatsApp pone serie preoccupazioni dal punto di vista della protezione dei dati personali», commenta Antonello Soro, presidente dell'Autorità italiana, che punta sulla mancanza di consenso: «Il flusso massiccio di dati non riguarda solo gli utenti di Facebook o WhatsApp ma si estende anche a chi non è iscritto a nessuno dei due servizi, i cui dati vengono comunicati per il semplice fatto di trovarsi in una rubrica telefonica di un utente di WhatsApp».
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