«Vogliamo stare qui», ma sulle tendopoli arriva l'inverno

Giovedì 1 Settembre 2016
La tendopoli di Accumoli a ridosso del centro del paese, con i nuvoloni neri sullo sfondo che ieri hanno portato per il secondo giorno consecutivo pioggia e freddo, costruisce l'immagine più brutale su ciò che attende gli sfollati mano a mano che l'estate se ne andrà. Ad Amatrice una ventenne della tendopoli più grande, quella vicina al campo sportivo, racconta: «Di notte ora si gela, pure io che sono giovane mi sono raffreddata, per gli anziani comincia ad essere complicato». Il brecciolino ha limitato il fango malgrado la pioggia intensa di questi ultimi due giorni, ma ora una riflessione andrà fatta e forse la speranza iniziale - restiamo nelle tende fino a quando non saranno state costruite le casette di legno - sta vacillando. E poi c'è la terra che trema ancora: due terremoti di magnitudo 3,8 e uno di 3,5 sono stati registrati poco dopo le 13 nella provincia di Macerata, ma scosse sono state avvertite anche nel Reatino. A una quarantina di chilometri da Amatrice, a Castelluccio di Norcia, c'è stato il crollo di una piccola porzione di un campanile, su cui erano in corso dei lavori, illesi gli operai. Ma tra freddo, maltempo e scosse quanto a lungo si può resistere nelle tendopoli?
Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, sostenitore della linea “gli amatriciani restano ad Amatrice” riflette: «Io lascio decidere ai cittadini, chi vuole andare negli hotel è giusto che possa farlo». Stefano Petrucci, sindaco di Accumoli, illustra alcuni dati: «Io ho già indicato alla Protezione civile le tredici aree dove costruire, anche a ridosso delle frazioni, i villaggi con le case di legno. Ma voglio essere sincero: sono geometra e secondo me, nella migliore delle ipotesi, serviranno sei mesi. E qui la situazione nelle tendopoli diventerà insostenibile nel giro di pochi giorni, purtroppo». L'analisi è semplice e senza sconti: ad Accumoli, dove nelle tende vivono in 250 perché una parte della popolazione ha trovato ospitalità nelle case di familiari in altre città, già si guarda a una soluzione dolorosa, ma necessaria. In totale saranno 400-450 coloro a cui trovare una sistemazione, non un numero altissimo.
La disponibilità di stanze negli hotel nella non lontana riviera marchigiana, a partire da San Benedetto del Tronto, è nell'ordine delle centinaia di migliaia, dunque dal punto di vista tecnico non sarebbe complicato trasferire i cittadini di Accumoli in quella zona. Semmai il problema sarà rassicurarli che sarà una opzione temporanea, in attesa che siano costruiti i villaggi con le case di legno. Più complesso il ragionamento ad Amatrice. Qui i lavori di costruzione del prefabbricato nella frazione di San Cipriano, alle porte del paese, viaggiano veloci, la protezione civile di Trento che se ne sta occupando insieme all'esercito, è scesa in forze ad Amatrice e, con vistosi cartelli, ha allestito una sorta di “repubblica indipendente” efficiente. La rassicurazione che arriva dal Ministero della Pubblica istruzione è che le lezioni potranno iniziare nei tempi normali, in coincidenza con qualsiasi altra città del Lazio. Ma le famiglie resteranno ad Amatrice? In quanti saranno disponibili ad affrontare i mesi invernali nelle tendopoli, sia pure ben organizzate e ben gestite? Pirozzi ha già indicato quindici aree, al servizio delle 69 frazioni, in cui si possono allestire i villaggi con le case di legno. Ma quei nuvoloni neri e il vento non promettono nulla di buono. Dunque? Amatrice ha circa 1.500-2.000 persone da sistemare: è iniziato un censimento di appartamenti e stanze di hotel disponibili nei dintorni. «Noi non vogliamo andarcene», ripetono gli amatriciani, ma con il freddo potrebbero cambiare idea.
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