Tutti contro Angela Merkel tranne il suo ministro dell'Interno, Thomas de Maiziere,

Martedì 26 Luglio 2016
Tutti contro Angela Merkel tranne il suo ministro dell'Interno, Thomas de Maiziere, e il suo partito, la Cdu. Contro, la sinistra radicale (Linke), la destra xenofoba (Afd) e almeno negli accenti gli alleati che governano la Baviera. Monaco contro Berlino. Quattro fatti di sangue negli ultimi giorni in Germania, tre compiuti da profughi, mettono a dura prova il consenso popolare verso la politica delle frontiere aperte che la Merkel ha lanciato un anno fa. Sullo sfondo, lontano ma non troppo, le elezioni del settembre 2017 con l'Afd che punta al 20 per cento (è accreditato nei sondaggi del 15). Perfino una tragica lite passionale tra colleghi in un negozio di kebab rischia così di influire sugli assetti di governo del paese guida dell'Unione. E mentre in un clima di terrore e controlli si apre il festival wagneriano di Bayreuth con la prima del Parsifal, ad andare in scena è lo psicodramma della Cancelliera che ha imposto l'idea coraggiosa, da memore tedesca dell'Est, di tutelare chiunque scappi da guerre e dittature. Linea condivisa dalla Commissione Europea, la cui portavoce Margaritis Schinas ribadisce: “Le porte dell'Unione rimangono aperte per quanti cercano asilo da guerre e persecuzioni, ma ci difenderemo dagli attacchi contro il nostro stile di vita”. E diventa importante la scheda personale del 27enne siriano dell'Isis kamikaze a Ansbach il quale, facendosi saltare prima, solo per miracolo non ha provocato un'altra strage di giovani colpevoli di ascoltare la musica proibita da un certo Islam, come al Bataclan. De Maiziere fa sapere che la sua espulsione non era stata eseguita perché il giovane era psichicamente instabile. E in un'intervista difende la Merkel: “La grande maggioranza di profughi viene in Germania per vivere in pace”. Sarebbero 59, su migliaia, i richiedenti asilo indagati per affiliazione a organizzazioni terroristiche. Il quotidiano “Bild” rivela però che il numero di segnalazioni dei migranti è in aumento, 410, e 60 gli indagati. Fa male l'affondo da sinistra di Sahra Wagenknecht, capogruppo Linke: “Gli ultimi avvenimenti dimostrano che accoglienza e integrazione di un gran numero di profughi e migranti sono collegate a enormi problemi e sono più difficili rispetto allo spensierato ‘ce la facciamo' che la Merkel ci ha voluto far credere lo scorso autunno”. La Cancelliera resta nella sua casa di vacanza a un centinaio di chilometri da Berlino e lascia alla vice-portavoce Ulrike Demmer dire che il governo “è sconvolto per gli attacchi di Ansbach e Reuttlingen”, la Merkel stessa è aggiornata costantemente sugli sviluppi delle indagini, e l'esecutivo è in lutto. La Cancelliera invita a “non generalizzare, perché la maggior parte dei terroristi che hanno compiuto attentati negli ultimi mesi non erano rifugiati”. Parole che non bastano a evitarle accuse e polemiche. Anzitutto da parte degli alleati della CSU bavarese. Il ministro dell'Interno della Baviera, Joachim Hermann, invoca misure drastiche: eseguire subito e davvero le espulsioni, intensificare i controlli ai confini, impiegare l'esercito.
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