Treni e bus, allarme aggressioni In sei mesi 56 casi: «Ora basta»

Venerdì 29 Luglio 2016
Basta aggressioni su treni e bus in Veneto. Lo chiede il presidente della Regione Veneto Luca Zaia dopo gli episodi avvenuti due giorni fa che hanno visto come vittime 4 operatori delle Ferrovie, a Treviso, Preganziol e due a Mestre. Fatti che, secondo i dati presentati dal governatore e forniti da Trenitalia, sarebbero solo la punta di un iceberg che vede nei primi sei mesi del 2016 segnalate 56 aggressioni, 14 fisiche e 42 verbali, contro un totale di 68 in tutto il 2015, delle quali 27 fisiche e 41 verbali nei soli treni circolanti sulla rete del Veneto.
«Qualsiasi tipo di aggressione, verbale o fisica, a un lavoratore o a una lavoratrice nel sistema dei trasporti pubblici, su ferro o gomma che sia, va combattuta e repressa - dice Zaia -. Chi non paga il biglietto scende, e lo deve fare senza tante storie. Ricco, povero, italiano, veneto, extracomunitario o immigrato che sia. Ora basta, è anche una questione di civiltà, oltre che di ordine pubblico. Questi non sono numeri da Paese civile, sono il segnale di una situazione preoccupante, di un degrado al quale va posta fine con severità».
Secondo il governatore la stragrande maggioranza di questi comportamenti sono messi in atto da extracomunitari e immigrati senza biglietto. «Sappiano, quando invocano diritti, che qui ci sono anche i doveri, e che non è ammissibile, come in molti casi verificato, che una di queste persone, in viaggio con smartphone e cuffiette, non paghi il biglietto. Tanto meno sono ammissibili le troppe scenate e aggressioni: tutti devono sapere che il personale in servizio sul treno è un pubblico ufficiale, e come tale va trattato con rispetto e civiltà, in mancanza delle quali devono scattare punizioni severe, amministrative, penali o civili».
«Il presidente Luca Zaia ha ragione quando dice che questi numeri relativi alle aggressioni a bordo dei convogli Trenitalia non sono accettabili - è la replica di Mauro Armelao, vicepresidente nazionale del sindacato di polizia Ugl -. Ricordo, però, che molti episodi si verificano a bordo di treni regionali e non ad alta velocità come ad esempio i Freccia che spesso hanno la scorta della Polfer a bordo. Purtroppo con tutti i profughi o pseudo tali, visto che solo il 3% avrà diritto all'asilo politico, che circolano liberamente sui mezzi pubblici, figuriamoci se pagano biglietti del treno o autobus. Tutto questo è chiaro che succede perché le forze dell'ordine sono sprovviste di protocolli operativi e regole d'ingaggio chiare e non interpretabili».
Da qui la proposta provocatoria di Armelao. «Basterebbe un atto di coraggio e dotare le forze di polizia e gli incaricati di pubblico servizio come i controllori di mezzi pubblici e i capotreno di spray anti aggressione mentre le forze dell'ordine oltre a questo anche della pistola elettrica taser. Trovo, invece, impensabile con gli organici ormai esigui a disposizione, aumentare i controlli anche su tutti i treni locali, sempre che non si organizzino controlli interforze nei treni a maggior rischio ed in determinate fasce orarie».
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