Svolta Mps, la Bce dice sì alla manovra di salvataggio

Sabato 30 Luglio 2016 di Prima della bocciatura allo stress-test, via libera al piano JpMorgan-Mediobanca L'istituto senese dovrà liberarsi di quasi 28 miliardi di crediti in sofferenza su 47
La trattativa è stata durissima. L'esito non era scontato, anche considerando l'occhio critico con il quale la vigilanza bancaria europea ha sempre guardato alle banche italiane. Ma ieri, dopo una maratona di dieci ore, la Bce ha benedetto il piano per mettere in sicurezza Mps, il terzo istituto di credito italiano. Un'operazione completamente di mercato, senza l'intervento dello Stato, sulla quale il ministro Pier Carlo Padoan si è detto «soddisfatto». Il disco verde è arrivato poche ore prima che l'Eba, l'European banking authority, diffondesse i dati sugli stress test con la bocciatura di Siena. Senza la cintura di sicurezza stesa intorno al Monte, i rischi per il sistema finanziario sarebbero stati alti. L'operazione di rafforzamento, messa a punto da Jp Morgan e Mediobanca, può dunque partire. «Non abbiamo un piano B. Siamo concentrati su questo piano che è complesso e che implica un rischio di esecuzione, però è gestibile», ha detto il Ceo di Mps, Fabrizio Viola: «Questo è l'ultimo grosso nodo che è rimasto da sciogliere nel nostro profilo patrimoniale».
Il piano alternativo presentato fuori tempo massimo da Corrado Passera con il supporto della banca svizzera Ubs, è stato esaminato dal board e bocciato. All'ex ministro non è stato nemmeno consentito di illustrarlo personalmente. Su quella che è sembrata un'interferenza la Consob ha anche acceso un faro. La strada per Siena a questo punto appare tracciata.
IL MECCANISMO - La banca avvierà la cessione di 27,7 miliardi di crediti in sofferenza, su 47 miliardi, liberandosi del vero fardello che ha zavorrato i bilanci. I crediti verranno cartolarizzati e ceduti ad un prezzo medio di 33 centesimi per ogni euro, per un controvalore complessivo di 9,2 miliardi di euro. Un miliardo e 600 milioni di crediti, la cosiddetta tranche mezzanina, verrà acquisita subito dal Fondo Atlante II, nel quale sono presenti assicurazioni, casse previdenziali e la Cdp. Altri 5,9 miliardi saranno coperti grazie ad un prestito ponte di Jp Morgan. Si tratta della tranche cosiddetta «senior», la più sicura, che potrà beneficiare delle Gacs, la garanzia dello Stato. Un altro miliardo e 300 milioni, la parte più rischiosa, quella denominata «junior», andrà direttamente ai soci della banca, che vedranno assegnarsi un warrant. In questo modo se dalla cessione futura dei crediti dovessero emergere dei profitti, chi si trova in mano il warrant ne potrà beneficiare. Per coprire le perdite che la cessione delle sofferenze creerà nel bilancio del Monte e per rafforzare la banca, sarà lanciato un aumento di capitale da 5 miliardi di euro. Le assemblee per dare il via libera alla ricapitalizzazione e per deconsolidare le sofferenze, saranno convocate tra ottobre e novembre, in modo da cancellare il fardello dal bilancio del gruppo entro la fine dell'anno. L'aumento di capitale sarà garantito da un consorzio di banche del quale fanno parte JpMorgan e Mediobanca come Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners e poi Santander, Bofa Merrill Lynch, Citigroup, Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs. La stessa banca ha definito quella varata ieri, «un'operazione senza precedenti», dalla quale nascerà un istituto leader in Italia.
LE CIFRE - Ieri la banca ha anche annunciato i risultati dei primi sei mesi. Che sono positivi. Il bilancio si è chiuso con un utile di 302 milioni, sopra le attese degli analisti. Non solo. Siena ha anche annunciato di aver ridotto i crediti deteriorati lordi di 1,5 miliardi di euro da inizio 2016, con il Cet1, l'indice di solidità patrimoniale salito al 12,1%.
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