Suez: Caltagirone socio forte e di lungo termine

Venerdì 23 Settembre 2016
Tra Suez e il Gruppo Caltagirone l'alleanza è sancita. Ma questo è solo l'inizio. Ieri il ceo Jean-Louis Chaussade ha annunciato al 41esimo piano del grattacielo nero alla Défense, sede del gruppo francese, la ratifica da parte del board dell'operazione annunciata a luglio: il Gruppo Caltagirone entra nel capitale di Suez con una quota del 3,5% (destinato a crescere al 6%) e Suez rileva da Caltagirone il 10,85% di Acea. «Manca solo la parte tecnica - ha precisato Chaussade - Nei prossimi giorni saranno emesse nuove azioni per 20 milioni di euro», un aumento di capitale riservato che sancirà l'ingresso del primo azionista italiano nel gigante francese dell'acqua e della gestione dei rifiuti. Inoltre, Francesco Caltagirone Jr siederà nel board di Suez entro la prossima assemblea prevista per maggio. Il manager francese non si è stancato di ripeterlo: per Suez, l'operazione va ben oltre i confini del Comune di Roma e ben oltre il perimetro di Acea. «Siamo felici di accogliere Caltagirone nel capitale della nostra società - ha osservato - Per noi si tratta di un partenariato strategico. Suez, il mio predecessore Gérard Mestrallet e io stesso lavoriamo da oltre dodici anni allo sviluppo delle nostre relazioni. Abbiamo molti progetti di collaborazione sul tavolo, che richiedono tecnologie ed esperienze specifiche e che si sposano bene con l'accelerazione del processo di globalizzazione avviato da Caltagirone».
In serata, il gruppo capitolino ha precisato che «le società controllate da Caltagirone Spa, Viafin, Viapar e SoFiCos, insieme con le società Gamma srl e Fincal spa, società indirettamente controllate da Francesco Gaetano Caltagirone, hanno perfezionato il conferimento a favore di Suez di 23.106.700 azioni Acea». Sicchè «Suez ha incrementato la propria quota dal 12,5% al 23,3%, diventando così primo socio privato di Acea».
Secondo gruppo mondiale nel campo della gestione delle acque e dei rifiuti, 82 mila dipendenti, 15 miliardi di fatturato nel 2015, di cui la metà nel settore acqua e l'altra nel riciclaggio e valorizzazione, Suez opera per un terzo in Francia, per un terzo in Europa (soprattutto in Spagna e in Gran Bretagna) e per un terzo nel resto del mondo. «La filosofia del gruppo e anche la mia personale è lo sviluppo attraverso partenariati - ha spiegato Chaussade - Con Caltagirone abbiamo imparato a conoscerci, abbiamo lavorato insieme, fino ad arrivare a oggi». Oggi significa soprattutto domani. I terreni di cooperazione sono molti. Uno, per esempio: i Css, i combustibili solidi secondari, derivati dalla lavorazione dei rifiuti urbani, che i cementifici, grandi consumatori di energia, possono utilizzare come alimentazione alternativa a petrolio e gasolio. «Caltagirone ha sviluppato la sua attività cementiera sul mercato internazionale. La nostra collaborazione ci porterà ad affrontare la questione dell'alimentazione energetica dei suoi stabilimenti, che siano in Turchia, in Danimarca o in Belgio. Per noi il lavoro sui Css, è primordiale. E' un settore portatore di sviluppo». Per i francesi, l'alleanza tra un gigante ambientale e un grande cementiere è «potente»: «I cementifici diventano attori del processo energetico, con l'uso di combustibili non fossili, e incontrano il lavoro di Suez sulla valorizzazione dei rifiuti». Per altro verso, Caltagirone può portare a Suez tecnologie innovanti come l'uso della torcia a plasma. Del resto, prove tecniche di collaborazione tra i due gruppi hanno già funzionato.
Ieri a Parigi sono state tirate fuori dagli archivi la costruzione firmata Suez-Vianini negli anni ‘80 dell'impianto di potabilizzazione di Pertusillo in Puglia, all'epoca il più grande d'Europa, e un decennio dopo quello di Bracciano, che alimenta Roma. Più di recente, Suez e Caltagirone hanno lavorato insieme su un progetto di trattamento dei fanghi di risulta da impianti di epurazione della società che gestisce l'acqua di Londra: gli italiani hanno contribuito con il loro savoir faire in materia di pirolisi, i francesi con il loro piano di essiccatore a basso consumo di energia. Chaussade non esclude nulla: «Caltagirone costruisce, noi costruiamo impianti di depurazione: un altro campo di cooperazione».

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