Subito 50 milioni il progetto Casa Italia e lo stop delle tasse

Venerdì 26 Agosto 2016
Subito 50 milioni il progetto Casa Italia e lo stop delle tasse
Qualcuno ricorda il Matteo Renzi delle slides? Quel premier brillante che nella sala stampa di Palazzo Chigi sintetizzava un problema su un foglio e su quello successivo dava la soluzione? "Renzie" lo chiamavano per la mania di risolvere i problemi con uno schiocco di dita. Beh, dimenticatevelo. Ieri sera Matteo Renzi ha rottamato quel Matteo Renzi. Il Presidente del Consiglio ha cambiato registro nel presentare agli stupefatti giornalisti le misure pro terremotati: stato d'emergenza per le zone colpite, i primi 50 milioni per la Protezione Civile e stop alle tasse delle popolazioni colpite. Anzi, il registro l'ha proprio rivoltato. Ha annunciato infatti il lancio di un "Progetto Casa Italia" presentandolo come una «svolta innanzitutto culturale per dare vita ad una visione comune dell'Italia che parta innanzitutto dall'attuazione di misure di prevenzione contro i cataclismi naturali ma che poi si estenda anche alle altre filiere. Un cambio di mentalità degli italiani da attuare con tenacia nel tempo».
Nel tempo? Niente più corse alla Bolt ma passo da maratoneta? Il primo a cambiare marcia, lui stesso l'ha sottolineato, ieri è stato proprio Renzi al termine di un consiglio dei ministri «triste»: nessuna battuta, fraseologia più profonda di quella cui ci ha abituato in due anni e passa di comparsate tv, toni "sentiti" ai limiti della commozione nel racconto del dolore per le vittime del terremoto e del contemporaneo, fortissimo, orgoglio per la buona prova, talvolta eccellente, dell'opera collettiva di soccorso.
Renzi ieri sembrava essersi messo in sintonia con l'umore che respirano gli italiani in questi giorni, con quella voglia di reazione alla sventura e di comunità ben organizzata espressa così bene dai volontari "privati" e dai diversi rami delle pubbliche amministrazioni impegnati fianco a fianco, giorno e notte, sulle montagne dell'Appennino.
E allora la parola d'ordine diventa «condivisione», non più "rottamazione". Anzi Renzi ha usato, parlando egli stesso di sorpresa, queste esatte parole «serve un progetto concertato». E ha annunciato che coinvolgerà tutti: i soggetti imprenditoriali; le professioni; il mondo delle associazioni; gli ambientalisti, i sindacati. Si, avete letto bene, i sindacati.
In cosa consisterà esattamente il "Progetto Casa Italia" è ancora presto per dirlo. Ma è chiaro che si partirà da una grande risistemazione del patrimonio edilizio italiano. «Sarebbe assurdo buttar giù i mattoni del Rinascimento - ha specificato il premier - Ma, con le tecnologie di oggi, è possibile aumentare la sicurezza delle nostre abitazioni tenendo presente che le sciagure naturali esistono e che spesso in tutto il mondo, Stati Uniti e Germania comprese, si va in crisi per l'esondazione di un fiume e talvolta anche per 10 centimetri di neve».
Renzi però intende soprattutto indicare al Paese una svolta sull'approccio verso questi progetti. «Non intendo dire che si possono risolvere problemi accantonati in 70 anni con uno schiocco di dita, niente new town - ha sottolineato - Ma indico una strada più difficile, quella di utilizzare la prevenzione fatta bene come un modello di sviluppo». Un modello - è sembrato di capire - che poi dovrebbe essere allargato anche ad altri segmenti come quello della rete dei collegamenti a banda larga.
Niente trionfalismi, però. Il premier ha parlato con chiarezza della necessità di «evitare sciacallaggi che non sono solo quelli dei furti nelle abitazioni dei terremotati ma anche quelli del pessimo uso di fondi pubblici come è successo in passato». Di qui il rilancio del "modello Anac", ovvero del coinvolgimento in ogni passaggio del progetto degli occhiuti ispettori dell'Anticorruzione.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci