Stipendi d'oro alla Rai, un piano per tagliarli

Giovedì 28 Luglio 2016 di Campo Dall'Orto parla in commissione di vigilanza: no al tetto dei compensi ma impegno per un codice di autoregolamentazione condiviso con i sindacati
Stipendi d'oro alla Rai, un piano per tagliarli
Come non si sa. Quando non è chiaro. Ma si farà. Un piano di «autoregolamentazione degli stipendi». Il dg Antonio Campo Dall'Orto lo ha annunciato ieri alla commissione parlamentare di Vigilanza Rai. Il capo azienda di viale Mazzini non accetta il «tetto», il limite dei 240 mila euro imposto per legge ai manager della PA. Ma vuole abbassare l'asticella dei compensi più alti seguendo un codice interno. Identificare i diversi ruoli dirigenziali, posizioni, responsabilità, compensi. Il percorso andrà condiviso con il sindacato. Strada impervia che potrebbe alimentare il contenzioso.
L'idea è riconoscere per i ruoli apicali, ad esempio per i direttori dei Tg,indennità di funzione riassorbili al termine dell'incarico. E per i manager definire nuovi indicatori di perfomance. Il dg è convinto di riuscire a farlo nel giro di poche settimane: «Mi sento gestore della Res Pubblica».
Matteo Renzi e il governo spingono perché il tetto agli stipendi venga applicato prima possibile, Il premier vuole rivendicarne la paternità, non ha nessuna intenzione di offrire il fianco alle accuse dei 5Stelle, un lento logoramento visto che nelle case degli italiani stanno arrivando le bollette elettriche comprensive del canone Rai.
Campo Dall'Orto, audito a San Macuto insieme alla presidente Monica Maggioni, è stato tirato in ballo anche personalmente per il suo stipendio di 650 mila euro l'anno, sei volte superiore a quello del premier. «In tutti i lavori precedenti - ha spiegato - io ho negoziato il mio stipendio. Per questo incarico ho detto: “ditemi voi quant'è. Mi hanno risposto quanto quello di prima. E io: “va bene”». Stessa retribuzione del suo predecessore (Luigi Gubitosi) che però era stato costretto a ridurselo fino al'emissione di un Bond”libera tutti”, secondo qualcuno costruito ad hoc. «La verità - è la tesi della presidente Monica Maggioni - è che i vertici precedenti hanno deciso di emettere il Bond perché ha significato un enorme risparmio riportando nelle casse della Rai centinaia di milioni di euro».
Stretto tra la furia riparatrice del premier e i grillini che cavalcano la protesta per il dg si annunciano giorni difficili. Anche Gotor, minoranza pd, evidenzia il contrasto tra «il manipolo di privilegiati e «le centinaia» di precari. Uscirne illesi non sarà facile. il dg ha spiegato di aver già affrontato e risolto 25 posizioni, «e un'altra decina le risolveremo entro la fine dell'anno. L'obiettivo è arrivare all'azzeramento,. la risoluzione del contratto.
Ma le polemiche non si placano. Oggi il dg tornerà a San Macuto per rispondere alle domande della Commissione. E mentre il sottosegretario con delega alla Comunicazione Antonello Giacomelli comincia a dire che pensare ad una riduzione della pubblicità «non è più un tabu» sui mega stipendi si scatena l'offensiva grillina. «Quando ascoltiamo il Pd dire ‘”oi volevamo il tetto”, la parola che più rappresenta queste persone, il presidente del Consiglio e anche il ministro dell'Economia che tace, è ipocrisia - ha puntato il dito verso Palazzo Chigi, Roberto Fico, presidente della commissione di Vigilanza in una conferenza stampa al Senato, «presenteremo un emendamento nel prossimo ddl sull'editoria la prossima settimana e vedremo chi vuole il tetto e chi non lo vuole».
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