Stefano Marcon, cosa l'ha spinta a candidarsi?
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Venerdì 16 Settembre 2016
Stefano Marcon, cosa l'ha spinta a candidarsi?
«La passione per la politica e la voglia di amministrare per il bene del territorio. Ho posto un'unica condizione: avere una squadra che mi segua in questa avventura impegnativa con la mia stessa passione. E l'ho trovata».
Al netto dei rimborsi, il lavoro in Provincia sarà gratuito: non sono più previste indennità.
«Non è il compenso che spinge gli amministratori a impegnarsi. La vera anomalia è che la norma imponga il doppio incarico di sindaco e presidente. Andrebbe rivista. Ma per ora è così».
C'è chi dice che per ragioni istituzionali il presidente della Provincia dovrebbe essere il sindaco del capoluogo?
«È solo una bufala che sta facendo circolare chi sostiene il sindaco di Treviso del Pd».
Tra loro ci sono pure diversi civici provenienti dall'area di centrodestra.
«Chi sostiene Manildo è un civico di centrosinistra. Punto. Chi corre per il sindaco più rappresentativo del Pd può definirsi in ogni modo ma non civico di centrodestra. Questi hanno fatto una chiara scelta di campo: sono di centrosinistra. Legittimo. Ma non si raccontino altre storie. I civici di centrodestra sostengono noi, e ne abbiamo in lista, in coerenza con il loro sentire politico».
Ha già contato i voti degli amministratori?
«I conti si fanno dopo le elezioni. Sto incontrando tutti i consiglieri che vogliono confrontarsi. Soprattutto dell'area civica che non si ritrova nel centrosinistra. Ce ne sono diversi».
La sfida è tutta politica: perché il programma passa in secondo piano?
«L'ente Provincia vive una fase di incertezza. Mentre è certo il disastro sotto il profilo delle risorse economiche. Parlare di programma vuol dire prendere in giro elettori e cittadini. Prima il legislatore deve dare un quadro definitivo. Il programma si costruirà di seguito. Ma una cosa è già ben chiara».
Quale?
«Dovessi essere eletto, come presidente sostenuto da un lista di centrodestra, aperta ai civici che non fanno riferimento al centrosinistra, porterò avanti i valori dei sindaci di centrodestra. Uno su tutti: non ci sarà la benché minima apertura nei confronti della politica fallimentare sull'immigrazione. È il punto politico più importante: il nostro territorio sta subendo un'invasione».
La Provincia continuerà a occuparsi di settori fondamentali come scuole e strade. Come si fa senza soldi?
«Oggi le risorse non bastano nemmeno per le emergenze. Batteremo i pugni con gli enti sovraordinati. Comuni, Provincia e Regione fanno di necessità virtù. Mentre lo Stato centrale quando vuole i soldi li trova: in primis per la gestione dell'immigrazione».
Come vede la faraonica sede del Sant'Artemio?
«Se ci saranno spazi liberi troveremo loro una giusta destinazione per il territorio. Di sicuro nei locali vuoti non troveranno posto i migranti».
Ha già pensato all'organizzazione del lavoro tra il municipio e la Provincia?
«Bisognerà pianificare le cose e raccordare le segreterie. La giornata è di 24 ore. Una alla settimana vorrei dedicarla alla famiglia. Per il resto io sono a disposizione».

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