Spingere la crescita. Fare in modo di battere le previsioni che a bocce ferme, se

Mercoledì 28 Settembre 2016
Spingere la crescita. Fare in modo di battere le previsioni che a bocce ferme, se cioè non ci fosse nessun intervento da parte del governo, non schioderebbero il paese da una crescita di un misero 0,7%. Il quadro “programmatico”, quello disegnato grazie all'intervento sull'economia attraverso la legge di Stabilità, consentirà, secondo i piani di Palazzo Chigi e del Tesoro, un salto del prodotto interno lordo il prossimo anno. La prossima manovra sarà imbottita di misure per la crescita. Le poche risorse disponibili, come ha ricordato il ministro Padoan, serviranno a questo.
L'armamentario è già stato praticamente messo a punto. Manca qualche limatura, ma il grosso del lavoro è stato fatto. Una delle misure cardine è stata inserita e finanziata con la manovra dello scorso anno. Si tratta dell'abbattimento dell'aliquota Ires per le imprese dal 27,5% al 24%, che porterà il prelievo sugli utili ad uno dei livelli più bassi dell'Unione europea. Nella legge di stabilità che sarà presentata ad ottobre, a questa misura se ne affiancherà una gemella che riguarderà artigiani e professionisti. Gli utili che lasceranno nelle loro attività saranno tassati al 24%, e non più con l'aliquota marginale Irpef che può arrivare fino al 43%. L'acronimo di questa nuova tassazione è “Iri”, imposta sui redditi dell'imprenditore. Ma la vera parte del leone del piano per la crescita del governo, lo farà il cosiddetto pacchetto Industria 4.0. Si tratta di una serie di sgravi automatici per le imprese che investono, del valore complessivo di 13 miliardi. Dentro ci sono i super ammortamenti già sperimentati con successo lo scorso anno. Quando un'impresa compra un nuovo macchinario, le detrazioni ai fini fiscali sono applicate sul 140% del valore del bene e non sul 100%. Ma la novità di quest'anno sarà la versione potenziata di questo strumento: l'iper ammortamento. Per gli investimenti necessari a digitalizzare il processo produttivo, il valore ai fini fiscali del bene sarà non più il 140% ma addirittura il 250%. Del pacchetto farà parte anche il bonus ricerca, uno sgravio del 50% dei costi aggiuntivi di ricerca e sviluppo di nuovi beni o servizi.
La manovra punterà molto anche sull'aumento della produttività, uno dei mali atavici dell'economia italiana. Anche in questo caso il punto di partenza sarà uno strumento già sperimentato negli ultimi anni: la detassazione del salario accessorio. I premi e gli straordinari avranno un'aliquota agevolata del 10% come nel passato. Ma la misura sarà rafforzata. Oggi si può applicare ai redditi fino a 40 mila euro lordi l'anno, e con un tetto massimo di 2 mila euro per lavoratore. Entrambi i tetti saranno rivisti al rialzo. Il reddito sarà fatto salire fino a 80 mila euro. Il limite annuo salirà a 3 mila euro. Sempre sulla scia del potenziamento di strumenti per la crescita , va inserito anche il nuovo eco bonus per le ristrutturazioni edilizie, lo sgravio fiscale del 65% per chi effettua lavori di ristrutturazione per migliorare l'efficienza energetica. La novità è che a beneficiarne non saranno più solo i singoli appartamenti, ma anche i condomìni. Tutte queste misure dovrebbero permettere di movimentare diversi miliardi di euro privati, in modo da spingere il prossimo anno la crescita a ridosso o sopra l'1%. O almeno è quello che spera il governo.
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