«Siamo tutti fratelli, io voglio bene a tutti, ma se hanno sbagliato devono

Mercoledì 3 Agosto 2016
«Siamo tutti fratelli, io voglio bene a tutti, ma se hanno sbagliato devono pagare, se hanno defraudato devono restituire, pagare perchè ci sono 205mila persone tra Veneto Banca e Popolare di Vicenza che stanno soffrendo. È una questione di giustizia». Don Enrico Torta, il parroco di Dese divenuto il leader (spirituale e non solo) del Coordinamento dei soci delle banche popolari venete, non esulta alla notizia degli arresti di Vincenzo Consoli. Ribadisce però la necessità di fare giustizia: «Ho piena fiducia nella magistratura: le inchieste facciano la loro strada. Siamo per la misericordia, non condanniamo nessuno, tutti possiamo sbagliare. Ma chi sbaglia ha il dovere di rimediare, di rimettere le cose a posto. E dovrebbe farlo volontariamente, senza essere costretto dai giudici. Se uno viene da me a confessare un furto, può avere il perdono di Dio, ma prima deve ridare indietro quello che ha rubato. Lo dice il Vangelo».
Per don Torta l'azione non è tardiva: «Non è mai troppo tardi. In una società come la nostra dove ci sono tanti intrallazzi tra i vari poteri, mi pare positivo che la magistratura e la guardia di finanza si siamo mosse quando hanno avuto degli elementi. Del resto, quattro miliardi di euro non possono essersi volatilizzati. Il nostro obiettivo è semplicemente far riavere i soldi alla povera gente: agli anziani, ad esempio, come quell'ottantenne cieco che mi ha telefonato in lacrime perchè ha perso i suoi risparmi».
Ma quella portata avanti dal coordinamento, ribadisce il sacerdote, è anche una battaglia etica e morale: «Non si può accettare che in una società moderna e democratica, la res publica sia il denaro. Il denaro sta schiacciando tutto. Ma l'uomo viene prima del denaro».
Don Enrico non entra nella diatriba se le responsabilità siano tutte dell'ex amministratore delegato: «Questo io non lo so. Spero solo che facciano indagini a 360 gradi. Dico, però, che dovrebbero rispondere anche Bce, Bankitalia, Consob. E pure il governo dovrebbe fare qualcosa di fronte ad un disastro di queste proporzioni. Invece se ne lavano tutti le mani, novelli Pilato. La giustizia è la base del vivere civile». Né il prete veneziano accetta la tesi di chi sostiene come i risarcimenti che potranno eventualmente essere chiesti ai vecchi amministratori rappresentino solo una briciola: «La magistratura cerchi tutte le briciole. Mettendole insieme, magari, si riesce a recupare quello che è stato sottratto ai piccoli risparmiatori».
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