Sempre più italiani, soprattutto giovani, lasciano la madrepatria per trasferirsi

Venerdì 7 Ottobre 2016
Sempre più italiani, soprattutto giovani, lasciano la madrepatria per trasferirsi all'estero. Effetto della crisi? Fuga di cervelli? Quale che sia la motivazione il dato è allarmante: ormai sono quasi 5 milioni gli italiani iscritti all'anagrafe dei residenti fuori confine, dei quali circa 108mila se ne sono andati soltanto nel 2015 facendo registrare un incremento del 6,2 per cento rispetto al 2014. Il Rapporto “Italiani nel mondo” presentato ieri da Migrantes, la Fondazione della Conferenza Episcopale Italiana, parla chiaro: dal 2006 al 2016 la mobilità italiana è aumentata del 54,9% passando da poco più di 3 milioni di iscritti all'Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero) a oltre 4,8 milioni.
I GIOVANI - La fotografia scattata dalla Fondazione ritrae una realtà preoccupante perché chi fa le valigie sono soprattutto i giovani. I migliori e più preparati se ne vanno e il Paese è incapace di attrarne di nuovi. Definiti “Millennials”, hanno un'età compresa tra i 18 e i 32 anni, sono una generazione istruita, che possiede titoli di studio post-laurea, ha partecipato a programmi di studio per scambi internazionali (come l'Erasmus). Al contempo, però, si legge nel rapporto «sono una generazione penalizzata dal punto di vista delle possibilità lavorative, sono i più esposti alla disoccupazione e vedono l'emigrazione non come una fuga ma come un mezzo per soddisfare ambizioni e nutrire curiosità».
L'IDENTIKIT - In generale, gli italiani che hanno detto addio alla loro terra d'origine sono soprattutto maschi (56,1 per cento) e originari del Sud Italia. Tuttavia - sottolinea il rapporto- «si sta progressivamente assistendo a un abbassamento dei valori percentuali del Sud a favore di quelli del Nord». Così vediamo che nell'ultimo anno sono stati soprattutto i residenti di Lombardia e Veneto a lasciare l'italia. La Lombardia, con 20.088 partenze, è la prima regione per partenze, seguita dal Veneto (10.374) che fa scendere la Sicilia (9.823) alla terza posizione (era seconda nel 2014). Al quarto posto il Lazio (8.436) e ancora Piemonte (8.199) ed Emilia Romagna (7.644). Dal Friuli Venezia Giulia se ne sono andati in 4.130
LE METE PREFERITE - Ma quali sono i Paesi che esercitano più fascino sugli italiani? La Germania (con 16.568 arrivi) è stata, lungo il corso del 2015, la meta preferita dagli italiani andati oltreconfine. A seguire, con una minima differenza, il Regno Unito (che ha accolto 16.503 italiani) e poi, piu' distaccate la Svizzera (11.441) e la Francia (10.728). Relativamente basso, nel complesso, il numero di chi abbandona il Vecchio Continente: il 69,2% di coloro che hanno fatto le valige (quasi 75 mila persone) si è trasferito in un Paese europeo. In America meridionale (-14,9%), le mete preferite restano l'Argentina e il Brasil.
LE REAZIONI - Immediati sono arrivati i commenti su un fenomeno che viene interpretato come diretta conseguenza di una crisi economica lunga ma che offre anche il fianco alle polemiche infinite sul tema dell'immigrazione. Un'occasione colta al volo dal segretario della Lega Nord Matteo Salvini che ha parlato di “pulizia etnica”. «Italiani che emigrano? E' la prova di una pulizia etnica in corso. Scappano dal Paese in centomila e sbarcano 150 mila clandestini. È un'invasione da fermare, con ogni mezzo». Puntuale la replica del sottosegretario agli Esteri, Benedetto della Vedova: «Il fenomeno dell'immigrazione straniera in Italia e quello dell'emigrazione di italiani all'estero non sono legati da nessun rapporto di causa ed effetto e chi come Salvini assurdamente parla di “pulizia etnica” semina la cultura dell'odio».
«La notizia mi ha fatto male ed è per questo che dobbiamo rendere il Paese più semplice. - E' stata la reazione del premier Renzi -. I ragazzi che vogliono andarsene hanno tutto il diritto di farlo, noi dobbiamo creare un clima che permetta loro di tornare».
Per il presidente della Repubblica Mattarella si tratta invece di un evidente «segnale di impoverimento».
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