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Ragazze e ragazzi con

Domenica 24 Luglio 2016
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Ragazze e ragazzi con radici straniere ammazzati da un ragazzo con radici straniere.
DAL KOSOVO - C'era Dijamant, 21 anni. Era andato al centro commerciale con un amico, perché il venerdì pomeriggio in quella periferia di Monaco come in tante altre del mondo, si fa un salto al fast food. Ore 17.50: quando Ali comincia a sparare, l'amico riesce a fuggire, Dijamant non ce la fa, resta a terra, avvolto dal sangue.
Qualche ora dopo Naim Zabergja, un uomo con i capelli bianchi - il padre - compare nella zona del centro commerciale. Mostra una foto del figlio. A guardare bene forse è una immagine di qualche anni fa, quando era ancora quasi un bambino, non una di quelle che oggi ci sono ancora sul suo profilo Facebook, dove invece appare come un ragazzo atletico e sicuro di sé. Naim spera di trovarlo vivo, ma sarà lui stesso ad annunciare, il giorno dopo, che il figlio è morto. Chissà, quando Naim ha lasciato il Kosovo in anni tormentati ha sperato di trovare una vita migliore e più tranquilla per il figlio nella quieta Baviera.
È la sintesi di questa tragedia che avviene in Germania, ma in cui le vittime hanno soprattutto storie che partono da altri paesi. Sono morti dei giovani, giovanissimi. Oltre a una donna di 45, gli altri otto hanno una età compresa tra i 13 e i 21 anni. Se l'uccisore è figlio di immigrati, le vittime sono ragazzi originari del Kosovo (tre), della Turchia (tre), della Grecia (uno).
Il killer tedesco figlio di stranieri che odiava gli stranieri, ha scaricato la sua pazzia, nel giorno dell'anniversario di un'altra strage, quella di Utoya, contro ragazzi come lui. Figli di immigrati come lui. Ritorniamo al pomeriggio di venerdì, a Monaco di Baviera, alla passeggiata da Mc Donald's, forse molti sono stati attirati anche dal messaggio scritto su Facebook dal Ali che ha usato un profilo non suo. Ci sono anche due ragazzine. Una si chiama Sabina Sulaj, l'altra Armela Segashi. Anche per loro la vita finisce quando incontrano la furia di Ali, i giornali tedeschi parlano di amok, uno stato psicopatologico che determina una improvvisa follia omicida. Sabina e Armela, provengono entrambe da famiglie (molto legate tra loro) albanesi del Kosovo. La lista delle vittime parla anche di tre giovani della Turchia, la comunità più numerosa in Germania. Ali ha urlato parole contro i turchi, chi lo ha conosciuto racconta che da piccolo fu vittima di episodi di bullismo anche da parte di coetanei di quella nazionalità.
I TURCHI - Due dei ragazzi turchi uccisi, Can Leyla e Sulkuc Kilic, quattordicenni, erano molto amici, frequentavano insieme una palestra dove si pratica thai boxe, la loro passione. Secondo le prime ricostruzione, Can era anche amico di Sabina, una delle ragazze kosovare uccise. «Erano bravissimi ragazzi, non si meritavano questa fine». L'altro teen ager turco che ha perso la vita nell'assalto di venerdì si chiamava Sevda Dag.
IL CALCIATORE - Infine è stato ucciso un giovane tedesco, 18 anni, Giuliano Kullmann, calciatore dell'Aschheim, una squadra locale. «Un ragazzo in gamba, sempre sorridente, amato da tutti» hanno raccontato ieri gli amici a un giornalista del Telegraph ieri mattina. Dove è morto hanno messo fiori, foto e una scritta: «Memories».
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