"Sciopero della semina" per contrastare la caduta dei prezzi del grano

Venerdì 29 Luglio 2016
MESTRE - Continua a scendere il prezzo del frumento. In un anno, la quotazione del grano duro è scesa del 40%, quella del grano tenero del 20%. Con queste cifre, gli agricoltori fanno fatica a chiudere i conti in pari. Per questo la Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) ha indetto una protesta a livello nazionale, proponendo lo "sciopero" della semina e chiedendo lo stop alle importazioni di grano per almeno 2 settimane.
«In queste condizioni noi non seminiamo -dice Flavio Furlani, presidente Cia Veneto- Il Veneto ha una forte tradizione cerealicola ma le speculazioni di mercato le stanno spazzando via». I numeri sono eloquenti: nel 2016, in Veneto sono stati coltivati a grano 85mila ettari, 17 mila di questi a grano duro. Restando le attuali quotazioni, i coltivatori sono pronti rimpiazzare il grano con soia, mais o altre produzioni più remunerative.
Lo "sciopero della semina" va in questo senso, con gli agricoltori decisi a contrastare l'operato delle grandi multinazionali del grano, colpevoli, sostiene la Cia, di importare grandi quantità di materia prima dall'estero da destinare alle produzioni made in Italy.
«Un quintale di grano ci viene pagato 15 euro -spiega Furlani- praticamente quanto quattro chili di pane. Nessuno ce l'ha con i fornai, ma con questi prezzi le aziende non possono andare avanti».(((dorim)))

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