Salvini chiude a Parisi: no ad alleanze-marmellata

Venerdì 29 Luglio 2016 di Il segretario della Lega rifiuta accordi con i centristi (graditi invece a Maroni) e si prepara a lanciare un nuovo polo per aggregare le destre
Salvini chiude a Parisi: no ad alleanze-marmellata
Ncd apre, Matteo Salvini chiude. Il tema delle alleanze agita il centrodestra. Aggregare tutte le destre, con un progetto che va dai Fratelli d'Italia ai Conservatori e riformisti, aperto al contributo di chi - vedi Quagliariello ma anche quegli azzurri che non si riconoscono in una via centrista per FI - intende portare avanti un'opposizione dura al governo. Prima e dopo il referendum. Il piano di Salvini verrà lanciato a Ferragosto con l'obiettivo di raccoglierne i frutti a Pontida, l'annuale raduno del Carroccio che quest'anno si terrà il 16 e il 17 settembre, proprio in concomitanza con la kermesse che sta preparando Parisi. Le strade di FI e del partito di via Bellerio si separano. Parisi pensa ad una nuova forza liberale? Il giovane Matteo invece rispolvera l'idea di un nuovo polo identitario. E in questo momento, in attesa di capire se l'Italicum verra' modificato o meno, non si prevede alcuna ricucitura. Il leader della Lega lo dice chiaramente: no ad una nuova alleanza, «ad una marmellata, un fritto misto» che «a livello nazionale ha dimostrato di non poter funzionare». Il segretario della Lega che pure si ritrova a fronteggiare non pochi mal di pancia interni e nuovi dissapori con Maroni e Tosi indica anche il confine per ritrovare il dialogo: «Per me il discrimine della prossima alleanza sarà la politica estera: chi vuole la Merkel, difende a spada tratta l'euro o tifa Clinton non può stare con la Lega. Se Parisi e' un riorganizzatore di Fi va bene ma se qualcuno pensa di far digerire alla Lega alleanze indigeste, io non ci sto».
Malumori anche dentro FI, dove scissione in autunno in FI non è affatto esclusa, anche alla luce delle aperture di Alfano a Parisi: «Sembrano nascere – sottolinea il responsabile del Viminale che ieri sera ha radunato deputati e senatori in un albergo per una quarantotto ore di discussione sulla strategia di Ncd - delle nuove condizioni per creare un'importante aggregazione dei moderati, liberali e popolari anche se dobbiamo intenderci su programmi, denominazione del partito, perché nessuno dei soggetti che partecipa può imporre il proprio nome, e sulla leadership che, come dissi quando ero ancora nel Pdl, dovrebbe essere scelta sulla base delle primarie». Il confronto con Parisi è partito. Sullo sfondo intanto altri possibili smottamenti al Senato: «Sono stanco di donare il sangue per Renzi che non si libera della sua sinistra. Se FI aggiusta il tiro non escludo che molti di noi tornino», dice il verdiniano D'Anna mentre la prossima settimana Schifani e altri 4 centristi potrebbero abbandonare Ncd.
Se la «reunion» dei liberali e moderati inclusi quelli di FI è un cantiere ancora al suo stato embrionale, più concreta è certamente la convergenza di Ala e Ap e tosiani. Convergenza al centro dei contatti registrati in questi giorni tra Alfano e Denis Verdini. E messa sul piatto da un incontro, questa mattina, tra Massimo Parisi, Fabrizio Cicchitto e Enrico Zanetti. La settimana prossima una riunione dei due gruppi parlamentari sancirà il neonato dialogo che, nella prospettiva di un'alleanza con FI, ha anche l'obiettivo di porsi con un 'peso maggiore' al cospetto degli azzurri. Ma ora l'obiettivo dei centristi è mettere in campo una piattaforma, una mobilitazione comune (magari ciascuno con il proprio Comitato ma nella quale resterebbe escluso chi, nei due gruppi, non è pro-riforme) per il Sì al referendum.
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