Roma, crolla palazzina Per i pompieri era agibile

Domenica 25 Settembre 2016 di Venerdì era stata stata sgomberata solo parzialmente dopo che si erano aperte alcune crepe Nella notte gli scricchiolii e poi un boato: franata la parte posteriore, tutti salvi gli inquilini
Scricchiolii, le mura che si dilaniano, una vertigine, le grida, la fuga da una finestra mentre le pareti si trasformano in polvere. Sono salvi per miracolo gli inquilini della palazzina di via della Farnesina al civico 5, crollata poco dopo le 2.30 nella notte tra venerdì e sabato. A pochi passi da piazza di Ponte Milvio, cuore della movida di Roma, ancora polvere, grida di terrore. Dall'altra parte del Tevere, a gennaio, c'era stato il crollo della palazzina al Flaminio. E anche questa volta la tragedia è stata sfiorata. Nessuno è rimasto ferito, ma sono tante le polemiche.
Una crepa al piano terra venerdì mattina, il sopralluogo dei vigili del Fuoco e la decisione di evacuare solo la parte anteriore della palazzina di quattro piani. Poi nella giornata la situazione è peggiorata. E alla fine, nella notte, a crollare è stata la parte posteriore, quella dove erano rimasti gli inquilini a dormire. C'è poi il giallo dei soccorsi. «Hanno richiamato i pompieri nel pomeriggio, ma non sono venuti - raccontavano ieri i residenti - hanno rischiato di far morire delle persone. Dicevano che quella parte era sicura». Sembra che i vigili del fuoco non abbiano potuto ispezionare uno degli appartamenti sul retro perché non c'era nessuno. Non sono ancora chiare le cause del crollo: la Protezione civile parla di «problema legato al contatto tra fondazione e terreno». Il sospetto è che sia quella che tecnicamente si chiama “subsidenza geologica”, in pratica uno scivolamento del terreno. Siamo vicini al Tevere, gli storici abitanti spiegano che «qui un tempo c'erano paludi».
La Procura ha aperto un fascicolo per crollo colposo, per ora contro ignoti. È stato posto sotto sequestro quel che resta della palazzina. Quattro quelle dichiarate inagibili, 120 le persone evacuate, 40 sono rimaste senza casa, in 20 hanno chiesto un alloggio. La parte rimasta inclinata potrebbe crollare da un momento all'altro.
E' stata una notte di terrore per gli inquilini ospitati prima nel commissariato della polizia, poi nella parrocchia Gran Madre di Dio dove la Protezione Civile ha dato assistenza. «A mezzogiorno - racconta un abitante del palazzo accanto - i vigili hanno trovato una grossa crepa al piano terra e hanno dato l'ordine di evacuazione a chi abitava nella parte davanti del palazzo, dicendo che quello dietro era sicuro». A dare l'allarme nella notte Fabio D'Andrea, 52 anni, medico, inquilino dell'ultimo piano. Con lui altri 8 condòmini hanno sfidato calcinacci e pietre e sono riusciti a mettersi in salvo da una finestra al piano terra. «Il portone non si apriva, ci siamo sentiti topi in trappola». Con loro anche una bimba.
Il fonogramma dei vigili del Fuoco parla di «comparsa di un'improvvisa lesione in un angolo dell'immobile». Venerdì quindi è stata chiesta l'evacuazione di 5 appartamenti. Per l'attico al quarto piano, dove abitava D'Andrea, invece, «limitatamente alla porzione di unità di immobile di destra». La commissione degli stabili pericolanti del Comune di Roma sta effettuando verifiche per dare indicazioni sull'agibilità degli edifici limitrofi. La messa in sicurezza anche questa volta sarà a spese dei condomini. «Si è trattato probabilmente di un problema legato al contatto tra fondazione e terreno», ha detto l'ingegnere Cristina D'Angelo, direttore della Protezione Civile di Roma capitale che ieri ha dato assistenza agli sfollati, anche dal punto di vista psicologico. Ma saranno le indagini della magistratura a stabilire le cause.
Il sindaco Virginia Raggi ha fatto un sopralluogo. Nella mattinata la tensione è svanita quando i vigili del Fuoco hanno estratto dalle macerie Billo, il cane di Andrea. Sei gattini, però, non sono stati ritrovati.
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