ROMA - «Continueremo a tenere la barra dritta sulla politica di crescita e

Lunedì 25 Luglio 2016
ROMA - «Continueremo a tenere la barra dritta sulla politica di crescita e consolidamento». Parola del ministro dell'economia Pier Carlo Padoan, che mostra determinazione di fronte alla situazione di incertezza internazionale. Tra qualche mese il Governo dovrà rivedere gli obiettivi di crescita e di finanza pubblica, ma il titolare del Tesoro spiega che il rallentamento globale si vedeva già prima della Brexit e non farà venire meno gli impegni assunti. E anche sulle banche, che venerdì affronteranno gli stress test, rassicura: non c'è nessun rischio, il sistema è solido, e al momento non è necessario alcun bail in. Una rassicurazione in vista dei test Eba che, malgrado non determinino bocciature e ricapitalizzazioni immediate, metteranno in evidenza le difficoltà di Mps (gli altri quattro istituti sotto esame - Unicredit, Intesa, Banco e Ubi - sarebbero a posto). Proprio sulla banca senese si continua a lavorare al piano in tre fasi: maxi cessione Npl con supporto fondo Atlante, aumento capitale sul mercati con garanzia pubblica potenziale da 2 a 3 miliardi e quindi eventuale partner, anche estero. Uno schema che deve essere approvato dalla Bce e avere il visto della Ue per proteggere gli obbligazionisti. Trattativa sulla quale il viceministro Enrico Morando ha detto si arriverà a una soluzione «nei prossimi giorni» pur difendendo il principio del bail in.
Parlando dalla Cina, dove ha partecipato al G20 finanziario incentrato sulla Brexit, il ministro ha quindi cercato di allontanare le preoccupazioni sull'economia. «A causa del risultato della Brexit ci sarà una minore crescita in alcuni paesi dell'Europa, soprattutto in Gran Bretagna, però dovrebbero essere effetti molto limitati», ha spiegato Padoan, facendo notare che, «come diceva il presidente (della Bce) Draghi, i mercati finanziari dopo un'iniziale reazione di volatilità hanno assorbito bene questo evento». Certo è che l'Italia sta crescendo meno del previsto e per il 2016 le stime di Fmi (+0,9%), Bankitalia (sotto l'1%) e Confindustria (+0,8%) sono inferiori al +1,2% fissato nel Def di aprile: e alla luce delle nuove previsioni, mantenere i livelli di indebitamento pubblico ottenuti dopo la lunga trattativa con la Commissione Ue, significherebbe sanare uno scostamento che costerebbe complessivamente quasi 5 miliardi nei prossimi due anni. E questo restringerebbe i margini di manovra del Governo per le misure in cantiere per famiglie e imprese, dal bonus pensionati al taglio Irpef, dall'addio al bollo auto all'aumento della quattordicesima per le pensioni più basse. Ma fonti governative rassicurano sull'impegno dell'Esecutivo a rispettare l'impegno a sterilizzare nel 2017 le clausole di salvaguardia sull'Iva per 15 miliardi di euro nonostante il prevedibile rallentamento della crescita.
Nessun intervento in arrivo al momento, invece, sul fronte banche: il ministro Padoan esclude «che per il momento sia necessario» ricorrere alle misure di bail in (salvataggi coinvolgendo i risparmiatori ndr) e rassicura i risparmiatori («il risparmio sarà totalmente garantito»). «Non c'è alcun rischio, il sistema delle banche italiane è solido», mette in chiaro Padoan, puntualizzando che «ci sono pochi casi critici che sono stati circoscritti e risolti con un processo di mercato».

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