Reclutamento, in cella fratelli marocchini

Giovedì 28 Luglio 2016
GENOVA - Rossella sgrana gli occhi e non capisce cosa significhi quel messaggio ricevuto su WhatsApp. Una ragazza che imbraccia il mitra e poi una serie di lettere, come un codice. Parte da quella foto una indagine su un presunto reclutatore di terroristi in Marocco. L'inchiesta ha portato in carcere due fratelli marocchini: Rafik Mezouri, 30 anni, regolare e Abdelfattah Mezouri, 27 anni, irregolare, e alla denuncia di un terzo uomo di 44 anni, residenti a Ceriale, in provincia di Savona. Il fascicolo, per arruolamento con finalità di terrorismo, è al momento contro ignoti. I tre sono invece accusati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Rossella, 21 anni di Andora, ha ricevuto quel messaggio tre mesi fa. E dopo il primo stupore denuncia tutto alla polizia. Agli agenti racconta di avere prestato il suo cellulare a un profugo che stava nel centro di accoglienza di Andora. Dopo alcuni giorni lo strano messaggio. Partono le indagini, veniva da un'utenza marocchina. Le intercettazioni su quella utenza portano però a Castelbianco, piccolo paesino alle spalle di Albenga. Dai controlli si scopre una rete di spacciatori, ma per capire se oltre alla droga ci siano dei sospetti jihadisti la procura ordina la perquisizione delle abitazioni dei fratelli che nel frattempo si sono trasferiti a Ceriale. Gli investigatori hanno sequestrato computer e telefonini ma anche carte di identità di altre persone.

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