«Rai, i vertici guadagnano sei volte più del premier»

Mercoledì 27 Luglio 2016
«Rai, i vertici guadagnano sei volte più del premier»
Al tiro a segno contro la Rai e i favolosi stipendi dei suoi dirigenti si iscrive anche il ministro dell'Interno Angelino Alfano. «Non è concepibile che in un Paese nel quale il presidente del Consiglio percepisce 107 mila euro l'anno il direttore generale dell'azienda di viale Mazzini guadagni 600 mila euro, secondo me il dg Rai non può guadagnare sei volte il presidente del consiglio della settima potenza industriale». Parole recapitate a domicilio, a Radio Anch'io, la trasmissione di punta di Radiouno. Con toni che hanno raggiunto il massimo dei decibel quando si è parlato del canone che prossimamente verrà recapitato in bolletta, «non si capisce perché gli italiani debbano pagarlo per pag are i giornalisti dell'Espresso e de La Repubblica quando ci sono tanti giornalisti Rai assunti».
IL DG BATTAGLIERO - Gli attacchi alla dirigenza Rai non sono più una prerogativa del M5s e di Beppe Grillo. Ea dire il vero non lo sono mai stati ma ora è il governo a indignarsi. Prima di Alfano era stato il ministro Poletti a sparare a zero. Oggi il dg verrà audito in commissione parlamentare di Vigilanza. Renzi e i renziani si aspettano gesti concreti. Ma il dg per il momento non ci pensa propio e va avanti per la sua strada. «Sono stipendi che ho già trovato prima di arrivare, quelli che ho assunto sono a tempo determinato», ha confidato ai suoi collaboratori annunciando che a San Macuto sarà «battagliero».
Ma il pd Anzaldi, da sempre una spina nel fianco della dirigenza, non ha nessuna intenzione di abbassare i toni. Quasi rimpiange i tempi di Tarantola e Gubitosi, l'ex presidente e l'ex dg. «Campo Dall'Orto e Maggioni dovrebbe fare come loro, dare l'esempio, applicare il tetto dei 240 mila euro annui senza protestare». E mentre l'onda lunga dello sdegno avanza, Anna La Rosa, ex direttrice dei servizi parlamentari, si dice pronta al trasferimento a Nairobi oppure a fare il capo sede del Veneto piuttosto che stare con le mani in mano. «A me il tetto è stato applicato ed è ancora in vigore. E visto che la Rai si è adeguata in ritardo alle nuove norme, sto restituendo quello che ho guadagnato in più per circa un anno. Ogni mese restituisco 1000 euro netti, più di 20mila euro lordi l'anno, ne avrò ancora per un anno. E per fortuna che superavo di poco i 240mila». E rincara: «Non si può essere direttori a vita. Io lo sono stata ai servizi parlamentari per 7 anni, poi mi hanno epurato, dalla sera alla mattina, fu Cappon a farmi fuori lo appresi il giorno dopo dai giornali. Ma non mi passò per la testa di fare causa per demansionamento, ho continuato con le mie trasmissioni. Nella mia carriera ho fatto l'autrice, la cronista parlamentare, mi sono occupata di società, salute, posso fare qualsiasi cosa».
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