Pop Vicenza, 3 indagati C'è anche il presidente di Confindustria veneta

Martedì 26 Luglio 2016
Profondo rosso Popolare Vicenza, l'inchiesta della Procura si allarga. Tre i nuovi indagati per la crisi che ha azzerato i risparmi di 118mila soci: il presidente della Confindustria del Veneto ed ex consigliere della banca Roberto Zuccato, l'ex presidente della Confartigianato vicentina Franco Miranda (uscito dal cda di BpVi nel maggio del 2015) e il dirigente responsabile della redazione dei bilanci della banca Massimiliano Pellegrini, confermato anche dalla gestione Atlante-Quaestio che ha versato 1,5 miliardi per l'aumento di capitale divenendo il primo azionista al 99,33% e il 7 luglio ha nominato il nuovo vertice a partire dal presidente Gianni Mion.
Zuccato e Miranda sono sotto inchiesta per ostacolo alla Vigilanza e aggiotaggio, il dirigente sarebbe indagato per falso in bilancio.
L'iscrizione dei tre nuovi indagati ha una ragione tecnica ben precisa. Il 21 giugno scorso la Guardia di Finanza aveva eseguito nella sede dell'istituto di credito nuove perquisizioni, che avevano portato ad acquisire «nuovi documenti», non rinvenuti durante i primi sopralluoghi. Nei giorni scorsi la Procura di Vicenza ha deciso di nominare un consulente per scandagliare il contenuto di alcuni iPad dati in uso ai consiglieri di amministrazione della Popolare, per prendere visione dei documenti. Così gli avvisi di garanzia sono arrivati non solo alle sei persone fin da subito al centro dell'indagine, ma anche ad altre tre. Tutto discende - si è appreso - dall'articolo 2638 del Codice civile, quello che indica le figure (membri di cda, sindaci, revisori) tenute obbligatoriamente a informare gli organi di Vigilanza. «Fin dall'inizio - ha spiegato il procuratore Antonino Cappelleri - abbiamo deciso di non indagare genericamente tutti i componenti del consiglio di amministrazione. L'estensione di questi giorni deriva dall'emergere di indizi che ci fanno ritenere che anche altri fossero consapevoli di notizie importanti e che dovevano essere comunicate all'organo di vigilanza, quindi alla Banca d'Italia».
La Procura di Vicenza aveva già iscritto nel registro degli indagati altre sei persone: l'ex presidente per quasi vent'anni Gianni Zonin (dimessosi il 23 novembre dell'anno scorso) e gli ex consiglieri Giuseppe Zigliotto (già presidente di Confindustria Vicenza) e Giovanna Dossena; nel mirino dei magistrati che stanno indagando da oltre un anno sulla pesante crisi che ha colpito la Popolare che ha chiuso il 2015 con un bilancio in rosso per 1,5 miliardi e 1,2 miliardi di finanziamenti "baciati" forniti dalla banca per comprare azioni della stessa sono finiti anche l'ex consigliere delegato e direttore generale Samuele Sorato (dimessosi nel maggio del 2015) e gli ex vice direttori generali Emanuele Giustini e Andrea Piazzetta.
L'inchiesta era scaturita da una serie di esposti presentati da azionisti curati tra l'altro dall'avvocato Renato Bertelle che hanno subito in poco più di un anno il crollo dell'azione da 62,5 euro a 10 centesimi di valore mentre si sono moltiplicate perdite, accantonamenti e rettifiche sui bilanci. All'inizio sono stati ipotizzati i reati di falso in bilancio e aggiotaggio, che hanno portato al blitz nella sede centrale della Popolare di Vicenza del 22 settembre della Gdf di Vicenza con il sequestro di una mole ingentissima di materiale anche in altre sedi della banca, nelle abitazioni e uffici degli indagati. L'impegno dei magistrati si è sviluppato nei mesi scorsi come si sono moltiplicate le denunce (oltre duemila i querelanti ma sono destinati a crescere) e le inchieste (in corso anche a Udine, Prato e Treviso) che hanno visto allargare il perimetro dei reati ipotizzati a truffa, falso in bilancio ed estorsione ma anche associazione a delinquere. Una mole di lavoro immensa che potrebbe moltiplicarsi con l'arrivo di tutti gli incartamenti a Vicenza, sede centrale della banca sotto la lente dei pm. Nei giorni scorsi il procuratore capo berico Antonino Cappelleri aveva lanciato l'allarme: «Siamo in sofferenza, ci servono più magistrati». Oggi la risposta del governo: il ministro della Giustizia Andrea Orlando sarà a Vicenza per una visita al tribunale nel corso della quale annuncerà la creazione di una sezione specializzata con sei magistrati che si occuperà esclusivamente e con competenza finanziaria delle cause relative al crac della ex Popolare. Nel frattempo da una denuncia dell'Adusbef e dei Federconsumatori su presunte lentezze e ritardi nelle inchieste passate su Popolare Vicenza è partito un procedimento del Consiglio Superiore della Magistratura, che ha già sentito Cappelleri e il presidente del Tribunale Alberto Rizzo.
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